Roma , martedì, 2. ottobre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
“La gioia con cui celebriamo questo anniversario è, nello stesso tempo, un ringraziamento a Dio, che arricchisce continuamente la sua Chiesa con doni e carismi”. Lo scrive il Prelato dell’Opus Dei, Fernando Ocariz, nella lettera in cui ricorda il 90/mo anniversario della fondazione dell’Opera da parte di San Josèmaria Escrivà, il 2 ottobre 1928.
Vogliamo - prosegue Ocariz - rinnovare al Signore “la nostra gratitudine perchè ha voluto contare su di noi, facendoci suoi collaboratori, malgrado la nostra pochezza. Dio conta anche sulla nostra risposta quotidiana, fatta di piccole cose che si ingrandiscono per la forza della sua grazia. E così, dedichiamo i nostri sforzi migliori a cercarlo nel nostro lavoro, a servire le persone che ci stanno attorno, cercando di guardarle e di amarle come Lui, a rendere presente nel mondo, in mille maniere diverse, la luce e il calore che ha messo nei nostri cuori. In questo consiste la nostra piccola collaborazione di figli, della quale nostro Padre Dio si serve per operare meraviglie nelle anime”.
Il Prelato rivolge il pensiero al Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani che Papa Francesco inaugurerà domani. “Continuiamo a pregare, a chiedere luci e slancio - assicura Ocariz - perché il messaggio di Gesù continui ad arrivare a molti ragazzi e ragazze, che si decidano a seguirlo con generosità nelle diverse vie che esistono nella Chiesa. La vicinanza di questo evento ecclesiale con l’anniversario dell’Opera ci può aiutare a vedere la nostra vocazione personale in un rinnovato slancio, proprio di un cuore giovane e innamorato. Il nostro fondatore non ha mai perduto la gioventù dell’anima. Se rimaniamo uniti al Signore, saremo sempre giovani, ed Egli continuerà a fare l’Opera, sempre antica e sempre nuova, nei vari luoghi, culture e tempi. Per una vita umana novant’anni sono molti; invece per l’Opera sono certamente pochi. Continuiamo a guardare agli inizi: ci servirà a ricordare il dono che abbiamo ricevuto e la meravigliosa missione che Cristo ha posto nelle nostre mani”.