Città del Vaticano , domenica, 30. settembre, 2018 12:12 (ACI Stampa).
Commentando l’episodio evangelico di oggi, Papa Francesco nel corso dell’Angelus coglie l’occasione per sottolineare la differenza di atteggiamento di fronte alla novità che hanno da un lato Gesù e dall’altro i suoi discepoli.
Di fronte a un esterno al gruppo dei discepoli che scaccia i demoni nel nome di Cristo, “Giovanni e gli altri discepoli - spiega il Papa - manifestano un atteggiamento di chiusura davanti a un avvenimento che non rientra nei loro schemi. Invece Gesù appare molto libero, pienamente aperto alla libertà dello Spirito di Dio, che nella sua azione non è limitato da alcun confine e da alcun recinto. Gesù vuole educare i suoi discepoli, anche noi oggi, a questa libertà interiore”.
Il Pontefice invita tutti ad un “esame di coscienza”: si tratta di un atteggiamento comune anche oggi tra i cristiani. “In buona fede, anzi, con zelo - sottolinea Francesco - si vorrebbe proteggere l’autenticità di una certa esperienza, tutelando il fondatore o il leader dai falsi imitatori. Ma al tempo stesso c’è come il timore della concorrenza - e questo è brutto - che qualcuno possa sottrarre nuovi seguaci, e allora non si riesce ad apprezzare il bene che gli altri fanno: non va bene perché non è dei nostri. È una forma di autoreferenzialità, anzi qui c’è la radice del proselitismo e la Chiesa diceva Papa Benedetto non cresce per proselitismo ma per attrazione”.
Il brano del Vangelo, dunque, ci ricorda che - prosegue il Papa - “Gesù ci chiama a non pensare secondo le categorie di amico/nemico, noi/loro, chi è dentro/chi è fuori, ma ad andare oltre, ad aprire il cuore per poter riconoscere la sua presenza e l’azione di Dio anche in ambiti insoliti e imprevedibili e in persone che non fanno parte della nostra cerchia. Si tratta di essere attenti più alla genuinità del bene, del bello e del vero che viene compiuto, che non al nome e alla provenienza di chi lo compie”.
Dobbiamo imparare - conclude Francesco - a “tagliare senza compromessi tutto ciò che può scandalizzare le persone più deboli nella fede” e ad “amare la nostra comunità senza gelosie e chiusure, sempre aperti all’orizzonte vasto dell’azione dello Spirito Santo”.