In tale contesto sociale ed in una Firenze molto sviluppata dal punto di vista economico nacque Filippo Benizi.
Fin da piccolo è un bambino molto buono e particolarmente intelligente, tanto che arriva, con particolare disinvoltura, alla laurea in medicina. Esercita, anche se per poco tempo, la professione, curando gratuitamente i poveri, ed è molto competente. Ma ciò non lo realizza a pieno.
Le fonti storiche (la Legenda del beato Filippo) raccontano che il giovedì dopo Pasqua del 1254, in seguito ad un evento sopranaturale, nella chiesa di Santa Maria di Cafaggio, sentì la chiamata ad entrare nei Servi di Maria.
Sogno, premonizione mistica, estasi? Non lo sappiamo, però è noto che di lì a poco, chiese di entrare nell'Ordine dei Servi di Maria.
Questa famiglia religiosa, nata sul Monte Senario ad opera di sette tra mercanti e nobili fiorentini, era una comunità che si differenziava,per originalità dalle altre esperienze di vita religiosa. Fondati nel 1233, in questi anni si stava consolidando la spiritualità dell'Ordine.
I santi del Senario, molto devoti alla Madonna, erano un gruppo di uomini di stretta preghiera e penitenza. Tanto è che gli studi storici su questa prima comunità, hanno avanzato l'ipotesi che tale esperienza di vita si ispirasse ad un modello di vita eremitico-contemplativo.
Lo scopo dell'Ordine era quello di lodare e riverire la Madonna e mediante ciò, aiutare il prossimo. La Devotio mariana non è solo il contenuto della spiritualità servita, ma è il motore che consente al religioso di portare frutto aiutando l'uomo del suo tempo.
Filippo Benizi chiede di essere ammesso in questa nuova famiglia religiosa, in qualità di semplice fratello laico cioè religioso non sacerdote. Questi avevano nell'Ordine differenti incarichi, tra cui anche quelli di amministrazione. Viste, però, le non comuni doti del candidato, nel 1258 fu consacrato sacerdote. E nel 1267 venne eletto Priore Generale.
Il Benassi, nella sua Storia dell'Ordine, scrive: “eletto a ricoprire un ufficio non ambito, Filippo lo adempie con al coerenza , l'integrità ed il disinteresse dei santi”.
Da questo momento, la vita del religioso si spenderà nella visita ai conventi, nel dirigere la famiglia religiosa e nel rifiutare ogni carica, anche quella di Pontefice, pur di rimanere aderente alla propria vocazione religiosa.
Il carattere deciso ma profondamente esigente verso se stesso lo spingeva a vivere il Vangelo con spirito di autentica rinunzia ed amore all'Uomo di Nazareth che da ricco che era si fece povero, per amore dell'umanità.
Dai vari studi sulla sua vita emergono molti fatti che dimostrano il modo di agire del santo. Uno per tutti: una volta, andando visitare un convento dell'Ordine, avendo incontrato sulla strada,un mendicante gli donò i suoi abiti non avendo altro da dare.
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Con tale spirito di abnegazione e di autentica testimonianza evangelica, mori desiderando avere tra le braccia, solamente, un nudo crocifisso. Fu canonizzato il 23 agosto 1671.