Riga , lunedì, 24. settembre, 2018 10:51 (ACI Stampa).
“Voi, che avete attraversato molte stagioni, siete testimonianza viva di costanza nelle avversità, ma anche del dono della profezia, che ricorda alle giovani generazioni che la cura e la protezione di quelli che ci hanno preceduto sono gradite e apprezzate da Dio, e che gridano a Dio quando sono disattese”.
Papa Francesco lo ha detto ai cattolici riuniti nella Cattedrale di San Giacomo a Riga. Accolto dal Parroco, che gli porge il crocifisso e l’acqua benedetta per l’aspersione, il Papa ha salutato una coppia di anziani che gli ha donato dei fiori che Francesco ha messo davanti all’immagine della Vergine.
“Siete stati sottoposti ad ogni sorta di prove: l’orrore della guerra, e poi la repressione politica, la persecuzione e l’esilio” e “avete perseverato nella fede”. Ha detto il Papa: “Né il regime nazista né quello sovietico hanno spento la fede nei vostri cuori e, per alcuni di voi, non vi hanno fatto desistere neppure dal dedicarvi alla vita sacerdotale, religiosa, a essere catechisti, e a diversi servizi ecclesiali che mettevano a rischio la vita”.
Ma ora è il tempo della costanza: “ Voi, che vi siete spesi corpo e anima, che avete dato la vita inseguendo la libertà della vostra patria, tante volte vi sentite dimenticati. Benché suoni paradossale, oggi, in nome della libertà, gli uomini liberi assoggettano gli anziani alla solitudine, all’ostracismo, alla mancanza di risorse e all’esclusione, e perfino alla miseria”. Allora, prosegue il Papa, ognuno di voi deve essere esempio di “sopportazione e speranza, tutt’e due impregnate di pazienza.
Così continuerete a costruire il vostro popolo. Voi, che avete attraversato molte stagioni, siete testimonianza viva di costanza nelle avversità, ma anche del dono della profezia, che ricorda alle giovani generazioni che la cura e la protezione di quelli che ci hanno preceduto sono gradite e apprezzate da Dio, e che gridano a Dio quando sono disattese. Voi che avete attraversato molte stagioni, non dimenticatevi che siete radici di un popolo”.