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Papa Francesco a Vilnius, abbiamo bisogno di camminare insieme in fraternità

Papa Francesco alla Porta dell' Aurora a Vilnius  |  | Andrea Gagliarducci / Aci Stampa
Papa Francesco alla Porta dell' Aurora a Vilnius | Andrea Gagliarducci / Aci Stampa
Papa Francesco alla Porta dell' Aurora |  | Andrea Gagliarducci/ Aci Stampa
Papa Francesco alla Porta dell' Aurora | Andrea Gagliarducci/ Aci Stampa

“Abbiamo costruito troppe fortezze nel nostro passato, ma oggi sentiamo il bisogno di guardarci in faccia e riconoscerci come fratelli, di camminare insieme scoprendo e sperimentando con gioia e pace il valore della fraternità”.

Papa Francesco saluta così la gente di Vilnius davanti ad uno santuari mariani più amati e legati alla storia della identità lituana.

Dopo aver lasciato la Nunziatura Apostolica, il Papa si è recato al Santuario Mater Misericordiae a Vilnius, accoolto dal Metropolita Ortodosso e dal Parroco della chiesa cattolica di Santa Teresa.

Il Papa ha salutato alcune centinaia di bambini orfani e di famiglie affidatarie e alcuni malati. All’interno della Cappella lo attendevano la Presidente della Repubblica, l’Ambasciatore presso la Santa Sede e i membri del Seguito Papale.

Dopo il discorso il Papa ha guidato la recita del terzo mistero gioioso del Santo Rosario, e si è affacciato i alla finestra per benedire i fedeli. Il Papa ha lasciato  in dono alla Vergine un Rosario d’oro.

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Francesco dopo aver ricordato la storia della “Porta dell’Aurora”,  con la immagine della Vergine della Misericordia”, ha detto: “ella voleva insegnarci che si può proteggere senza attaccare”.

L’immagine di Dio è come un sigillo nel nostro cuore e quindi “ogni uomo e ogni donna ci offrono la possibilità di incontrarci con Dio”.

Non ci si deve chiudere ma occorre “riconoscerci come fratelli”.

La facilità delle comunicazione ci rende facile “uscire da noi stessi e donarci agli altri, accogliendo a nostra volta la presenza e la diversità degli altri come un dono e una ricchezza nella nostra vita.”

Non una competizione ma una apertura a “bambini e famiglie con le piaghe sanguinanti” che attendono la carità, una “chiave che ci apre la porta del cielo”.

E nella recita del Rosario, dice il Papa, “chiediamo di essere una comunità che sa annunciare Gesù Cristo, nostra speranza, al fine di costruire una Patria capace di accogliere tutti, di ricevere dalla Vergine Madre i doni del dialogo e della pazienza, della vicinanza e dell’accoglienza che ama, perdona e non condanna, una Patria che sceglie di costruire ponti e non muri, che preferisce la misericordia e non il giudizio. Che Maria sia sempre la Porta dell’Aurora per tutta questa terra benedetta!”.

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Il Santuario della Madre della Misericordia di Vilnius si trova in corrispondenza di una delle porte, in origine nove da cui transitavano anticamente le strade principali che portavano al centro della città. Quando Vilnius venne fortificata nel XVI secolo, in ognuna delle porte venne aperta una nicchia in cui collocare un’immagine della Vergine o di Gesù. L’effigie della “Mater Misericordiae” un dipinto del 1620-30 circa, appartenente all’iconografia delle “Madonne nere” posto in coincidenza con la “Porta dell’Aurora” (in lituano Aušros Vartai) è accreditata da secoli di numerosi prodigi. In particolare la devozione fu di grande sostegno per i cattolici durante il regime sovietico. San Giovanni Paolo II, durante la sua visita in Lituania nel 1993, recitò un Rosario proprio alla Porta dell’Aurora.