Nisiporesti , domenica, 23. settembre, 2018 13:00 (ACI Stampa).
“Oggi, è una giovane figlia della Romania che viene additata come modello nella testimonianza eroica del Vangelo. Essa ha consacrato la sua vita a Gesù e a Lui è stata fedele fino al martirio, avvenuto in un contesto tragico di grandi sofferenze e di persecuzione per i cristiani di questa terra”. Sono le parole del Cardinale Giovanni Angelo Becciu, che ha pronunciato questa mattina a Nisiporeşti in Romania, nel corso della Messa di Beatificazione di Veronica Antal, martire fedele laica dell’Ordine Francescano Secolare.
Nella sua omelia il cardinale Becciu ha ricordato l’aiuto caritatevole che la Veronica dava alle persone bisognose “senza fare distinzione alcuna tra i fedeli appartenenti alla Chiesa Cattolica ed a quella Ortodossa. “Rese così una fervida testimonianza di fraternità e di sincero dialogo”, “un messaggio molto chiaro anche per noi: - ha detto - ritrovare la solidarietà e la comunione reciproca, incrementando quell’ecumenismo del martirio, che il Santo Padre Francesco richiama incessantemente”.
“La Beatificazione di questa giovane ventenne, costituisce una provvida occasione per confermare la missione della comunità cattolica in questo Paese. È compito di tutti conservare e tramandare il patrimonio della fede e l’attaccamento ai valori umani e spirituali con coraggio e rinnovato slancio missionario”, ha sottolineato il Cardinale.
Veronica Antal nacque nel villaggio di Nisiporeşti il 7 dicembre 1935, figlia di contadini. Fu educata alla fede da sua nonna, Zarafina. Avrebbe voluto farsi religiosa tra le Suore Francescane Missionarie di Assisi, ma il regime comunista, sopraggiunto nel 1948, soppresse tutti gli Istituti religiosi. A quindici anni divenne Terziaria francescana, e si aggregò anche alla Milizia dell’Immacolata. In forma privata, nello stesso periodo, fece voto di castità. La sera del 24 agosto 1958 era di ritorno dalla parrocchia di Hălăuceşti, che lei frequentava e dove aveva partecipato alla celebrazione delle Cresime.
Un giovane, Pavel Mocanu, l’aggredì con proposte sconvenienti: da tempo covava l’intento di fare del male a qualche “suora”, come venivano spregiativamente definite Veronica e le sue amiche. La ragazza si difese, finché non fu colpita a coltellate in un campo di granturco. La mattina del giorno seguente, il suo cadavere venne ritrovato in quello stesso punto: aveva nella mano sinistra la corona del Rosario. Dopo il crollo del regime, i Frati Minori Conventuali di Romania s’incaricarono di raccogliere le testimonianze su di lei, in vista dell’apertura della causa di beatificazione.