Vilnius , sabato, 22. settembre, 2018 11:44 (ACI Stampa).
Il primo discorso ufficiale del suo viaggio apostolico nel Baltico Papa Francesco lo rivolge alle Autorità, ai rappresentanti della Società civile e ai membri del Corpo Diplomatico accreditato in Lituania.
Dopo aver ricordato il centenario della indipendenza della Lituania, il Papa ha sottolineato le sofferenze patite dal popolo lituano. “Celebrare i cento anni dell’indipendenza - ha spiegato - significa soffermarsi un poco nel tempo, recuperare la memoria del vissuto per prendere contatto con tutto quello che vi ha forgiati come Nazione e trovarvi le chiavi che vi permettano di guardare le sfide del presente e proiettarsi verso il futuro in un clima di dialogo e di unità tra tutti gli abitanti, in modo che nessuno rimanga escluso”.
“Non sappiamo come sarà il domani - ha aggiunto il Papa - quello che sappiamo è che ad ogni epoca compete conservare l’anima che l’ha edificata e che l’ha aiutata a trasformare ogni situazione di dolore e di ingiustizia in opportunità, e conservare viva ed efficace la radice che ha prodotto i frutti di oggi. E questo popolo ha un’anima forte che gli ha permesso di resistere e di costruire!”.
Francesco loda lo spirito accogliente del popolo lituano. Tutti sono vissuti insieme e in pace “fino all’arrivo delle ideologie totalitarie che spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza. Trarre forza dal passato significa recuperare la radice e mantenere sempre vivo quanto di più autentico e originale vive in voi e che vi ha permesso di crescere e di non soccombere come Nazione: la tolleranza, l’ospitalità, il rispetto e la solidarietà”.
In un mondo in cui si arriva a strumentalizzare “l’insicurezza e i conflitti” o si vuole “garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura” cercando “di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: ospitare le differenze. Per mezzo del dialogo, dell’apertura e della comprensione esse possono trasformarsi in ponte di unione tra l’oriente e l’occidente europeo. Si ama tanto più efficacemente il prossimo - ha detto ancora il Papa citando Benedetto XVI - quanto più ci si adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni”.