Roma , sabato, 22. settembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Tra i temi all’ordine del giorno un confronto sull’Assemblea Generale straordinaria che si svolgerà a Roma dal 12 al 15 novembre, e che sarà dedicata essenzialmente a una ricognizione e alle prospettive in Italia della Riforma liturgica conciliare, all’approvazione della nuova edizione del Messale Romano e a un aggiornamento da parte della Commissione CEI per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Ai membri del Consiglio Permanente la Presidenza presenterà anche una proposta da sottoporre a Papa Francesco per la nomina del prossimo Segretario Generale della Cei che subentri a mons. Nunzio Galantino chiamato a guidare l’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede.
In vista del Consiglio Permanente alcune conferenze episcopali regionali si sono riunite in questa settiman con al centro diversi temi.
Pastorale sul territorio e questioni migranti al centro dell’incontro dei vescovi del NordEst ritrovatisi, questa settimana, a Torreglia (Pd) per una riunione più prolungata della Conferenza Episcopale Triveneto (Cet). Dopo un iniziale tempo dedicato alla meditazione e condivisione spirituale, i presuli si sono confrontati su un tema sempre più presente e sotto attenzione nella vita pastorale di queste Chiese: la situazione presente e futura delle comunità parrocchiali, le nuove forme di cura pastorale del territorio - unità o collaborazioni pastorali ecc. - nella realtà attuale che risente della diminuzione del clero in attività e delle vocazioni (con le relative conseguenze) assieme alla fatica e, talora, anche alla diminuzione dei fedeli laici. La necessaria riflessione su questi aspetti - ha detto il Patriarca di Venezia e presidente della Cet, mons. Francesco Moraglia - ci “aiuti a realizzare una nuova immagine di Chiesa non determinata solo dalle urgenze ma più corrispondente alle vocazioni e ai ministeri ecclesiali, soprattutto riscoprendo e valorizzando la dimensione battesimale e la comunità come soggetto pastorale”. In merito poi al tema migranti, i vescovi del Triveneto hanno manifestato “apprezzamento per quanto le comunità cristiane dei nostri territori hanno fatto e stanno facendo in quest'ambito”: “come cristiani, e come ricordava anche recentemente Papa Francesco, non possiamo chiudere gli occhi su cause e riflessi di un fenomeno così vasto e complesso. Le nostre comunità cristiane sono chiamate ad aiutare la nostra società a trovare le forme e le modalità più valide e dignitose per realizzare un'accoglienza ragionevole e umana”.
Incontro anche per i vescovi della Calabria ritrovatisi a Catanzaro sotto la presidenza di mons. Vincenzo Bertolone. Vari i punti della vita delle Chiese locali al centro dell’attenzione dei presuli che hanno messo a fuoco alcune problematiche significative a partire dal tema della devozione popolare e delle feste patronali presenti nel contesto ecclesiale calabrese. “Pur ribadendo il valore di questa dimensione della realtà ecclesiale calabrese, si è sottolineata – si legge nella nota finale dei lavori - la necessità, già evidenziata in numerosi documenti della Conferenza Episcopale Calabra (Cec), di percorsi di valorizzazione attraverso un maggiore primato della Parola nell’intento di purificarlo da ogni forma di ambiguità, utilizzando anche quanto viene messo a disposizione della legge civile corrente che regola le feste e da un attento discernimento pastorale”.
Altro tema centrale quello della sanità calabrese, “fonte di disagio e d’ingiustizia per la nostra gente che spesso, a causa di una sanità sbilanciata sul versante della sanità privata, e costretta a ricorrere alla sanità di altre regioni italiane”, scrivono i vescovi calabri che esprimono “preoccupazione rispetto all’incancrenirsi di problematiche antiche ed a tutt'oggi irrisolte, su tutte quella sanitaria, che al pari della disoccupazione ancor viva e palpitante costringe ad emigrare: vecchi ospedali chiusi, i nuovi non ancora aperti, un’offerta sanitaria al di sotto dei livelli minimali sono questioni che infondono sconforto e spingono a sollecitare iniziative opportune, ad ogni livello, per garantire il diritto alla salute ed all’assistenza in una terra in cui negli ultimi anni, dinanzi ad una positiva anche se ancora non del tutto soddisfacente ripresa dell’indice del prodotto interno lordo, continuano ad esistere arretratezze ed ostacoli alla crescita civile, sociale ed economica.