Napoli , mercoledì, 19. settembre, 2018 18:00 (ACI Stampa).
"Napoli va amata, come l’ama San Gennaro. Ciò significa che, guardando alla città, il nostro sguardo deve andare oltre la cronaca che appare una continua condanna per Napoli, con le cifre agghiaccianti prodotte da una violenza che coinvolge non pochi giovani e giovanissimi e in alcuni casi, come una terribile bestemmia davanti a Dio, addirittura i bambini". E’ quanto ha detto stamane il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, nell’omelia della Messa solenne in occasione della festa di San Gennaro, patrono della città.
"La violenza purtroppo - ha proseguito il porporato - cerca continuamente di avvelenare anche i pozzi delle acque pulite di cui la città è sempre e ancora ricca. Tra i mali di Napoli la sofferenza più nuova e più orribile di tutte racconta la storia atroce e beffarda di una città malata in una parte della sua stessa gioventù. Sembra non bastare neppure la nomenclatura più ordinaria: quella delle baby gang è una definizione che sa già di muffa e le stese sono diventate così ordinarie da non fare quasi più notizia".
In questo contesto è quanto mai necessario - ha detto ancora l’Arcivescovo - dare speranza ai giovani. "Non sono pochi i giovani che arrivano già stanchi e consumati alle prime soglie della vita sociale, già caricati, per esempio, dal peso di difficoltà familiari che, a loro volta, incidono o impediscono un normale corso degli studi e mostrano la strada come la prima palestra di vita”.
La nostra città - ha auspicato concludendo il Cardinale Sepe - “ha bisogno di tornare a volare potendo contare prima di tutto sui suoi giovani. Ad essi deve appartenere sempre più anche il presente. Neppure il più grandioso dei monumenti che fanno bella e ricca Napoli può illuminare e far splendere la città come riesce a farlo la speranza dei giovani, se sostenuta, protetta e accompagnata dalla famiglia, dalla scuola, dalla Chiesa, dalle istituzioni".
Stamane, poco dopo le 10, si è ripetuta la liquefazione del sangue di San Gennaro. L’evento è stato salutato da un fragoroso applauso da parte dei fedeli che gremivano il duomo.