Palermo , lunedì, 17. settembre, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Sabato pomeriggio Papa Francesco ha visitato la Parrocchia di San Gaetano a Brancaccio, periferia di Palermo, e la casa dove ha vissuto fino alla sua uccisione - il 15 settembre di 25 anni fa - Padre Pino Puglisi, ucciso in odio alla fede dalla mafia. Per le strade di Brancaccio tutto parla ancora di Don Pino: la sua parrocchia, il suo centro “Padre Nostro”. E di tutto questo ACI Stampa ha parlato con una giovane volontaria della Parrocchia di San Gaetano, Valentina Casella.
I miei genitori hanno conosciuto Don Pino, mio papà ha fatto la Prima Comunione con lui. Io non lo ho conosciuto però posso dire di averlo incontrato nel 2010: suona strano, ma quando - arrivata a un certo punto - scegli il tuo quartiere, cominci a camminare per le strade del tuo quartiere, incontri i bambini, allora riconosci quel sorriso e capisci che Don Pino è ancora presente a Brancaccio.
Come si vive oggi a Brancaccio, 25 anni dopo l’uccisione di Don Pino?
Allora, certe cose senza ombra di dubbio sono cambiate: ci sono alcuni servizi in più come la scuola media. Però c’è ancora tanta strada da fare, ecco perché noi vogliamo essere un segno nel quartiere e dire che noi ci siamo, che siamo ancora qui. L’hanno ammazzato, ma noi ci siamo.
Che vuol dire per voi ricevere la visita del Papa?