che è esposta, per la prima volta, fino al 23 settembre a Padova, presso la chiesa di San Gaetano. L'esposizione si pone all'interno di una serie di iniziative promosse dal Centro universitario di Padova e dalla parrocchia di Santa Sofia, in collaborazione con l'associazione San Gaetano don Pietro Zaramella e il Ctg- gruppo Chiesa e oratori aperti, che hanno proposto due giorni di studio e di meditazione dedicati all'uomo della Sindone. Uomo che molti degli esperti chiamati ad animare questa due giorni non hanno certo esistano a definire chiaramente con il nome di Gesù Cristo.
Scienziati, medici, ingegneri, e artisti, come Rodella, naturalmente. Qualche nome: il professore Giulio Fanti, docente di misure meccaniche e termiche al dipartimento di Ingegneria industriale di Padova, da oltre vent'anni studioso della Sindone, Gianmaria Concheri, docente di disegno e metodi dell'ingegneria industriale, Matteo Bevilacqua, già direttore del reparto di fisiopatologia respiratoria dell'ospedale Sant'Antonio di Padova, Stefano Concheri, medico ortopedico del Sant'Antonio.
Un attivo connubio tra scienza e fede, per riproporre il grande dono della Sindone. In questo caso la scienza ha agito, per così dire, attraverso la mani di un artista, creando una statua a grandezza naturale, frutto di due anni di lavoro e di "sperimentazione". Questo corpo, al dila' della irrinunciabile vocazione poetica dello scultore, conferma la rigidità cadaverica di colui che era avvolta dal lenzuolo sindonico, rigidità compatibile con la crocifissione e le numerose ferite provocate da torture tipiche della "pratica " romana, flagellazione, colpi inferti sul collo, slegata delle spalle....una "mappatura" delle sofferenze, che ripropone lo scandalo dell'Uomo dei dolori, di Dio fattosi di carne che accetta il suo destino di sofferenza e di morte, sapendo che però che la strada non si sarebbe interrotta davanti alla pietra del sepolcro.
Anche della Risurrezione la Sindone rende testimonianza, infatti.
La visita all'opera di Rodella è una nuova, importante occasione per tornare a riflettere sul tema. Che balza agli onori delle cronache dei media spesso e volentieri solo in chiave negativa, quando qualche studioso o qualche equipe scientifica grida alla scoperta di nuovi "inganni" legati alla reliquia, dicendosi in grado di svelare il "trucco" o la datazione autentica. Queste presunte rivelazioni sollevano polveroni e polemiche, poi però si da' poco conto di come vengano confutate.
A Padova quel corpo creato contemporamente da Rodella e da un team di medici e ingegneri dimostra una verità che balza drammaticamente davanti ai nostri occhi.
Per continuare a meditare sulla Sindone, o per documentarsi appropriatamente, la bibliografia a disposizione è sterminata e non mancano esperti di fama mondiale, come Fanti, appunto, il grande appassionato monsignor Giulio Ricci, che tanto impulso ha dato agli studi, come il professor Baima Bollone,
la studiosa Emanuela Marinelli, che da 40 anni, oltre a pubblicare libri e saggi sull'argomento, va in giro per le scuole per far conoscere ai ragazzi la meravigliosa storia della reliquia e il suo messaggio autentico.
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Segnialiamo solo alcuni titoli di più recente pubblicazione. Intanto un libro che sta per uscire, "De Sindone. Nova et Vetera", scritto da Maria Elisabetta Patrizi, confondatrice insieme a monsignor Ricci del Centro romano di Sindonologia, con l'intento di fare il punto sugli studi di questa materia, notando spesso una certa superficialità e confusione, con l'idea di offrire ai lettori un compendio storico e scientifico, nonché una raccolta di contenuti inediti sull'argomento.
Ricordiamo poi "Luce dal Sepolcro. Indagine sull'autenticità della Sindone e dei Vangeli", di Emanuela Marinelli e Marco Fasol, e appena uscito, "L'amore lascia il segno. Giovani in cammino con la Sindone", che può essere letto anche in vista del Sinodo dei giovani. Non possiamo non citare poi il "classico" "2015. La nuova indagine sulla Sindone", di Pierluigi Baime Bollone.