Per il Papa “considerare le piaghe della società e della Chiesa non è un’azione denigratoria e pessimistica”. Se vogliamo dare concretezza alla nostra fede, “dobbiamo imparare a riconoscere in queste sofferenze umane le stesse piaghe del Signore”.
“Vi esorto, pertanto, a impegnarvi per la nuova evangelizzazione di questo territorio centro-siculo, a partire proprio dalle sue croci e sofferenze”, tiene a precisare Francesco.
Anche Monsignor Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina, nel suo saluto a Papa Francesco, riflette: “Siamo infatti consapevoli che le operazioni dell’egoismo, subdole e malevoli, insidiano il nostro desiderio di incarnare la parola di Gesù; ma siamo altresì certi che la Sua parola, Padre Santo, sarà balsamo sulle nostre ferite, contratte dai variegati fallimenti, e sprone per ricollocarci in quelle orme che la Chiesa custodisce al passaggio del suo Sposo”.
Monsignor Gisana ha regalato a Papa Francesco la copia dell'icona che rappresenta la Madonna delle Vittorie, la protettrice di Piazza Armerina.
Per questo, il Papa consiglia: “Non anteponete nulla al centro essenziale della comunione cristiana, che è la Parola di Dio, ma fatela vostra specialmente mediante la lectio divina, momento mirabile di incontro cuore a cuore con Gesù, di sosta ai piedi del divino Maestro. Parola di Dio e comunione sinodale sono la mano tesa a quanti vivono tra speranze e delusioni e invocano una Chiesa misericordiosa”.
"Leggete tutti i giorni il Vangelo - consiglia a braccio il Papa- tutti i giorni un passo, questo ci farà più discepoli di Gesù, più forti per affrontare i problemi della nostra città e della nostra Chiesa. Chiedo al Vescovo di procurare un Vangelo piccolo per chi lo chiede, la lettura di Dio vi farà forti!".
Il Papa suggerisce in particolar modo ai sacerdoti: “Con semplicità andate per i vicoli, i crocicchi, le piazze e i luoghi di vita feriale, e portate a tutti la buona notizia che è possibile una convivenza giusta, piacevole e amabile, e che la vita non è oscura maledizione da sopportare fatalisticamente, ma fiducia nella bontà di Dio e nella carità dei fratelli”.
Francesco raccomanda ancora: “È importante favorire nelle parrocchie e nelle comunità la carità evangelica, la solidarietà e la sollecitudine fraterna, rifuggendo la tentazione mondana del quieto vivere”. E il Pontefice chiede di sostenere progetti di “centri di ascolto Caritas, mense e rifugi per i fratelli più sfortunati, strutture per ospitare Gesù profugo e spaesato e case d’amore per gli anziani spesso soli e scoraggiati”.
Infine Francesco propone una “Chiesa comunità eucaristica”: “Con Lui – questo è il segreto – si può consacrare a Dio ogni realtà, far sì che il suo Volto si imprima nei volti, il suo amore colmi i vuoti di amore. Per quanto riguarda la partecipazione alla Santa Messa, specialmente a quella domenicale, è importante non essere ossessionati dai numeri: vi esorto a vivere la beatitudine della piccolezza, dell’essere granellino di senape, piccolo gregge, pugno di lievito, fiammella tenace, pietruzza di sale”.
Infine il Papa dona "una ricetta" ai sacerdoti: "Se finisco la giornata stanco, stanchissimo la giornata è andata bene!".
Alle ore 10.15 circa, il Papa lascia Piazza Armerina e parte in elicottero alla volta di Palermo.
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