Città del Vaticano , giovedì, 13. settembre, 2018 11:45 (ACI Stampa).
Tre spunti per la teologia della tenerezza. E' quanto ha proposto stamane il Papa ai partecipanti al Convegno “La teologia della tenerezza in Papa Francesco”.
"Teologia e tenerezza - ha osservato il Pontefice - sembrano due parole distanti", ma "la teologia non può essere astratta, perché nasce da una conoscenza esistenziale, nasce dall’incontro col Verbo fatto carne! La teologia è chiamata allora a comunicare la concretezza del Dio amore. E tenerezza è un buon esistenziale concreto, per tradurre ai nostri tempi l’affetto che il Signore nutre per noi".
La teologia - ha aggiunto il Papa - non è sentimento "la teologia è interpellata ad accompagnare" la "ricerca esistenziale, apportando la luce che viene dalla Parola di Dio. E una buona teologia della tenerezza può declinare la carità divina in questo senso. È possibile, perché l’amore di Dio non è un principio generale astratto, ma personale e concreto, che lo Spirito Santo comunica nell’intimo. Egli, infatti, raggiunge e trasforma i sentimenti e i pensieri dell’uomo".
Gli altri due spunti riguardano i contenuti della teologia della tenerezza: "la bellezza di sentirci amati da Dio e la bellezza di sentirci di amare in nome di Dio".
"La tenerezza - ha sottolineato il Papa - può indicare proprio il nostro modo di recepire oggi la misericordia divina. La tenerezza ci svela, accanto al volto paterno, quello materno di Dio, di un Dio innamorato dell’uomo. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa facciamo, siamo certi che Dio è vicino, compassionevole, pronto a commuoversi per noi. Tenerezza è una parola benefica, è l’antidoto alla paura nei riguardi di Dio".