Città del Vaticano , sabato, 8. settembre, 2018 11:25 (ACI Stampa).
Un grazie per il carisma dell’accoglienza, uno per la speciale cura per l’ambiente e un altro ancora per l’impegno per il dialogo: incontrando le suore e monache benedettine giunte da ogni parte del mondo per il loro simposio, Papa Francesco esalta dell’Ordine di San Benedetto quei carismi che ritiene fondamentali per la società di oggi.
Le Suore, leader di varie realtà nel mondo, sono venute da tutto il mondo, e si riuniscono dal 6 al 13 settembre, mentre le più giovani il 5 settembre hanno fatto visita a Montecassino, lì dove la Regola di San Benedetto trovò sviluppo e forza. Tra gli incontri previsti, uno con la comunità di Sant’Egidio l’11 settembre, e un viaggio a Subiaco, da dove tutto iniziò, il 12 settembre. Sette giorni di incontri, dialogo e preghiera, per comprendere e implementare il carisma, sotto il tema “Tutti siano accolti come Cristo” che è parte del capitolo 53 della Regola di San Benedetto.
E proprio da lì parte Papa Francesco, sottolineando la “spiccata vocazione all’ospitalità” dei Benedettini, e ricordando che “oggi nel mondo ci sono molte persone che cercano di vivere la tenerezza, compassione, la misericordia e l’accoglienza di Cristo nella loro vita”, e che facendosi “strumenti della tenerezza di Dio per coloro che sono nel bisogno”, i benedettini offrono testimonianza.
In particolare, Papa Francesco sottolinea l’accoglienza svolta “verso persone di differenti tradizioni religiose”, che “contribuisce a portare avanti con unzione spirituale l’ecumenismo e il dialogo interreligioso”, e ricorda che “da sempre, i luoghi benedettini sono conosciuti come luoghi di accoglienza, di preghiera e di generosa ospitalità”.
Papa Francesco, però, apprezza anche il motto “Ora et Labora”, il fatto che la preghiera scandisca la vita benedettina, e metta l’ordine al “cuore della vita ecclesiale”, mentre la preghiera che si innalza dalle opere di San Benedetto “arricchisce il respiro della Chiesa”. Si tratta, aggiunge, di “preghiera di ringraziamento”, ma anche “di supplica per le sofferenze e le ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente dei poveri”, ed è anche “preghiera di intercessione per quanti soffrono ingiustizie, guerre e violenze e vedono violata la loro dignità”.