Novara , mercoledì, 5. settembre, 2018 13:00 (ACI Stampa).
C’è stata anche una seconda festa patronale, con tanto di triduo, per festeggiare San Gaudenzio a Novara. E questo avviene 1600 anni dopo la sua morte, nell’Anno Gaudenziano proclamato dalla diocesi di Novara, iniziato il 22 gennaio 2018, che durerà fino alla stessa data dell’anno successivo.
Un Anno Santo, per la città di Novara, nel nome del suo santo patrono, il primo vescovo della città, la cui presenza nella Basilica a lui dedicata è indicata da ogni parte della città piemontese ai confini con la Lombardia, grazie ad una ardita cupola progettata da Alessandro Antonelli che si erge fino a 121 metri e che tanto ricorda la Mole progettata dallo stesso architetto a Torino.
Ma chi era Gaudenzio? Nato ad Ivrea da famiglia pagana, si avvicina al cristianesimo, ne perfeziona la conoscenza a Vercelli dove c’è Eusebio, il primo vescovo del Piemonte, e dove – secondo alcuni – diventa sacerdote. Ed è proprio Eusebio a inviarlo a Novara, per aiutare nella missione il sacerdote Lorenzo, unico missionario in quelle terre.
Sono periodi difficili per il territorio, perché la disputa non è solo tra cristiani e pagani, ma anche tra seguaci del Concilio di Nicea e seguaci di Ario che negano la natura divina “da sempre” di Cristo e sono protetti per mere ragioni politiche dall’imperatore Costanzo II.
Proprio Costanzo II, terzo figlio di Costantino il Grande, convoca un Concilio a Milano nel 355, e lì i vescovi ariani condannano Atanasio, vescovo di Alessandria di Egitto e difensore dell’ortodossia, e danno così la possibilità a Costanzo di mandare in esilio i vescovi che hanno sostenuto Atanasio. Tra questi, Eusebio di Vercelli, mandato in Palestina, Asia Minore ed Egitto. Gaudenzio è invece inviato a Pavia, quindi raggiunge Eusebio in esilio e su suo ordine torna a Novara per riprendere la predicazione, lì dove Lorenzo è stato assassinato.