Città del Vaticano , domenica, 2. settembre, 2018 12:12 (ACI Stampa).
“Parole chiare e forti” quelle di Gesù che apostrofa con “ipocriti” gli scribi e i farisei. Vuole scuoterli “dall’errore in cui sono caduti, cioè quello di stravolgere la volontà di Dio trascurando i suoi comandamenti per osservare le tradizioni umane. La reazione di Gesù è severa perché grande è la posta in gioco: si tratta della verità del rapporto tra l’uomo e Dio, dell’autenticità della vita religiosa. L'ipocrita è un bugiardo, non è autentico".
Così Papa Francesco ha commentato prima dell’ Angelus di mezzogiorno, le scritture della liturgia domenicale.
Il centro della fede dice il Papa è “l’amore di Dio e l’amore del prossimo” e la feda va purificata dal legalismo e dal ritualismo.
Come ricorda Giacomo Apostolo c’è da ricordare la pratica della carità verso il prossimo “a partire dalle persone più bisognose, più fragili, più ai margini. Sono le persone delle quali Dio si prende cura in modo speciale, e chiede a noi di fare altrettanto”.
E, aggiunge il Papa ““Non lasciarsi contaminare da questo mondo” non vuol dire isolarsi e chiudersi alla realtà. Anche qui, non dev’essere un atteggiamento esteriore ma interiore, di sostanza: significa vigilare perché il nostro modo di pensare e di agire non sia inquinato dalla mentalità mondana, ossia dalla vanità, dall’avarizia, dalla superbia”.