Carpi , domenica, 2. settembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Nel brano di Vangelo di questa domenica ricorre diverse volte la parola “cuore”. Si tratta di un termine molto importante nella Sacra Scrittura, dove raramente indica l’organo fisico in quanto tale.
Molto più spesso, invece, il cuore è visto come la sede dell’anima, delle facoltà spirituali, dell’intelligenza e della volontà oltre che naturalmente dell’affettività. Pertanto nel cuore si elaborano le riflessioni, si formano i progetti, si prendono le decisioni che coinvolgono la vita. Dal cuore, inoltre, escono - come dice il Vangelo di oggi - le passioni che possono distruggere l’uomo e cioè i cattivi pensieri, gli omicidi, le fornicazioni, gli adulteri, i furti, le false testimonianze e le bestemmie. E questo perché il nostro cuore, non dimentichiamolo, è appesantito dall’esperienza del peccato: “Poiché ci hai creati di terra, Signore, non stupirti di trovarci “terrosi”, diceva Ch.Péguy.
Il cuore, nella Sacra Scrittura, è anche il luogo nel quale l’uomo cerca Dio, lo ascolta, lo serve, lo loda e lo ama.
Possiamo allora dire che il cuore è il centro di tutta la persona, è la vita dell’uomo o meglio ancora è l’uomo stesso, creato a immagine di Dio che deve diventare sua somiglianza.
Il tema del “cuore” acquista grande rilievo nella spiritualità dei Padri della Chiesa, in particolare quelli orientali. Teofane il Recluso, ad esempio, giunge ad affermare che il cuore è il “barometro” con il quale l’uomo controlla la sua vita spirituale. Nelle Omelie dello Pseudo-Macario, invece, il cuore viene spesso paragonato ad un palazzo che deve essere restaurato e preparato a divenire la dimora del Signore.