Roma , sabato, 1. settembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Sono oltre 40 le diocesi italiane che hanno dato la disponibilità all’accoglienza di 100 profughi eritrei sbarcati a Catania dopo una lunga odissea sulla nave “Diciotti” della Marina Militare italiana in balia delle onde e poi di un braccio di ferro istituzionale durato circa 10 giorni. I migranti erano stati soccorsi nella notte tra il 15 e il 16 agosto dal pattugliatore italiano e autorizzato a sbarcare a Catania solo il 25 dopo che la Chiesa italiana si è messa a disposizione per accogliere, nelle diverse diocesi, 100 persone.
Appena dopo l’annuncio sono stati molti i vescovi che hanno chiamato in Cei per manifestare la loro “disponibilità ad aprire le porte delle diocesi a cinque, dieci, venti o trenta migranti della Diciotti”, ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti che ha seguito direttamente la vicenda da Dublino dove si trovava per l’Incontro Mondiale delle Famiglie e per la visita di Papa Francesco. Lo stesso pontefice, di ritorno dall’Irlanda ha riconosciuto questo lavoro del porporato seguito in Italia dal sottosegretario Cei, don Ivan Maffeis. È stata “una mobilitazione che mi ha commosso - ha detto il card. Bassetti al quotidiano “Avvenire” – e dimostra l’attenzione non solo dei pastori ma anche di molta nostra gente che frequenta ogni giorno le parrocchie verso gli ultimi, i dimenticati”. Il presidente della Cei ha evidenziato che non si è agito per “fini politici” ma che a spingere ogni “nostra decisione è stata la carità evangelica, è stato l’abbraccio di Cristo a ogni povero della storia. Ecco perché mi sento di dire già da adesso che, se si ripresentassero situazioni di urgenza, la Chiesa italiana non esiterebbe a compiere scelte identiche. E la storia delle comunità ecclesiali che sono in Italia dimostra come le diocesi, le parrocchie, l’intero popolo di Dio è in grado di far fronte anche alle difficoltà dello Stato”.
Mentre scriviamo i giovani migranti stanno lasciando il Centro Mondo Migliore di Rocca di Papa dove erano giunti questa settimana dopo lo sbarco a Catania e dopo una breve permanenza nell’hot spot di Messina. Saranno ospitate in varie strutture della Chiesa sparse sul territorio a totale carico della Cei: “non si può pensare di compiere un gesto di solidarietà verso persone in difficoltà, e poi non essere conseguenti anche sul piano economico. Va chiarito che l’accoglienza sarà gratuita, a carico della Chiesa italiana, in strutture delle nostre diocesi. Altri tipi di soluzione avrebbero svilito il senso del nostro intervento”, ha spiegato don Maffeis sottolineando che “l’esperienza ci insegna che nessuna diocesi ha mai chiesto in passato rimborsi. È il segno tangibile di quella solidarietà e di quella condivisione che caratterizza le nostre realtà ecclesiali. Sui territori la gente è molto più disponibile e generosa di quanto si possa pensare”. Le prime diocesi sono state Milano, Terni-Narni-Amelia, Capua, Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Frosinone-Veroli-Ferentino e Firenze. Tra quelle che anno dato disponibilotà anche Cassano allo Ionio, Bari-Bitonto, Vercelli, Ferrara-Comacchio, Brescia, Como, Ascoli-Piceno, Teggiano-Policastro, Agrigento, Noto, Cefalù, Rossano-Cariati, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Vicenza
“Laddove abbiamo chance anche piccole di potere alloggiare, accogliere e tentare di integrare persone che arrivano, è nostro dovere farlo”, spiega il vice presidente della Cei, mons. Antonio Raspanti, vescovo di Acireale: “questo già avviene; sempre di più questo impegno che coinvolge tante realtà della Chiesa va valorizzato. E in queste ore lo si è fatto ancora”.
Intanto è stato formalizzato al Viminale l’accordo tra la Chiesa italiana e il Ministero dell’Interno: sulla base di tale convenzione sono iniziate le procedure per il collocamento dei migranti nelle diocesi, come fa sapere l’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei sottolineando che giovedì scorso Caritas Italiana ha provveduto a verificare le destinazioni dei profughi, “facendo incontrare le storie di questi ultimi con la disponibilità offerta spontaneamente” dalle oltre 40 diocesi.