Milano , venerdì, 31. agosto, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Ricordare insieme il Beato Ildefonso Schuster ed il Cardinale Carlo Maria Martini è necessario “perché hanno in comune l’essenziale, hanno da dire una parola concorde, hanno vissuto il loro Ministero con un sentimento comune e possono rivolgersi a noi, alla città, con una voce unanime dicendo: Milano, quanto sei stata amata. Chiesa ambrosiana, quanto sei stata amata. Gente di questa terra, quanto sei stata amata”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini ieri nella Messa celebrata per gli Arcivescovi ambrosiani Schuster e Martini, deceduti rispettivamente il 30 agosto 1954 e il 31 agosto 2012.
“Ogni vescovo - ha spiegato Delpini - ha avuto la sua personalità, i suoi pregi straordinari, anche i suoi limiti, ogni vescovo ha operato le sue scelte, talora profetiche, talora timide, sempre discutibili, ma quello che ha sempre ispirato tutte le scelte è stata questa intenzione, questo affetto: avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari!”.
“I Vescovi di Milano, quando assumono questo incarico - ha aggiunto Monsignor Delpini - diventano liberi, disinteressati, generosi fino al limite delle proprie forze”.
Concludendo l’Arcivescovo Delpini si rivolge al popolo di Milano: “Gente di questa terra, quanto sei stata amata! E come risponderai a questo amore che non ti chiede niente, a questa stima che non ti chiede dimostrazioni? Ecco, noi cristiani di questo tempo sentiamo la responsabilità di corrispondere a questa stima, a questo amore con generosità di opere e lungimiranza di pensieri! Noi sentiamo la responsabilità di rinnovare per questa terra l’annuncio del Regno che viene, la rivelazione dell’amore di Dio Padre per tutti i suoi figli, la testimonianza che c’è un solo nome sotto il cielo in cui possiamo essere salvati. Terra tanto amata, non dimenticarti di Dio! Gente tanto amata non perdere la speranza! Gente tanto amata, impara da chi ti ha amato a guardare oltre gli affari e le scadenze, per avere stima di te stessa e conservare la persuasione che non siamo condannati a morte, ma chiamati alla vita, nella comunione dei santi!”.