Ginevra , mercoledì, 1. luglio, 2015 14:24 (ACI Stampa).
“La risposta al terrorismo non può essere fatta meramente attraverso l’azione militare.” Ci vuole piuttosto partecipazione politica, e sistemi legali e chiari. Ma soprattutto, si devono “tagliare tutte le forme di supporto pubblico o privato al terrorismo,” uno dei modi in cui si può prevenire il terrorismo. Parla così l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, in un “panel” sugli Effetti del Terrorismo nella godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte di ogni persona, che si è tenuto il 30 giugno a Ginevra.
In un lungo e articolato intervento, l'arcivescovo Tomasi mette in luce la posizione della Santa Sede sul tema. Ma non risparmia critiche agli Stati che finanziano il terrorismo e lo usano come scusa per garantire la sicurezza nazionale a discapito delle libertà individuali; e alla comunità internazionale, un po’ troppo lenta nel rispondere alla minaccia del terrorismo.
“La risposta al terrorismo – afferma l’arcivescovo Tomasi – non può essere portata avanti solo attraverso una azione militare. La partecipazione politica, sistemi legali chiari e giusti, il taglio di ogni forma di supporto pubblico e privato per il terrorismo sono mezzi che servono non solo per rispondere, ma anche per prevenire il terrorismo.”
E – aggiunge – è “importante ricordare l’obbligazione positiva che gli Stati devono prendere per poter proteggere i loro cittadini, e , quando questo non è possibile, per collaborare con altre autorità regionali per affrontare le minacce dei gruppi terroristi.”
L’intervento articolato del nunzio combina così un approccio diplomaticamente prudente voluto dalla Segreteria di Stato del Cardinal Pietro Parolin con la diplomazia della verità che si è sviluppata sotto Benedetto XVI. È necessario parlare chiaramente, perché si sviluppi un dialogo vero. Ma allo stesso tempo, si deve sempre fare i conti con quel “dovere di proteggere” che sembra essere la parola chiave della Segreteria di Stato targata Parolin.