Rimini , lunedì, 27. agosto, 2018 14:00 (ACI Stampa).
«Nacque il tuo nome da ciò che fissavi»
«È un verso di una poesia di Karol Wojtyla», spiega Emilia Guarnieri. «E quindi nel 2019 avremo un titolo in piena continuità con i contenuti di quest’anno. Se nel 2018 abbiamo messo al centro la per-sona, l’uomo che cerca la felicità e fa esperienza di essa, l’anno prossimo andremo ulteriormente al fondo per scoprire da dove può nascere il volto, la fisionomia della persona».
Ecco allora proprio un colloquio che conclude bene le giornate del Meeting 2018 in attesa del 2019.
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio:e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Da studente forse ho avuto sempre un moto di compatimento e di rigetto noioso per il poeta recanatese, ma sentendo recitarlo al Meeting dell’Amicizia tra i popoli ho compreso la forza espressiva della metrica poetica. La sala, come sempre per questi incontri, è molto affollata in maggioranza da giovani, grazie al progetto a cura di ‘Centro di Poesia Contemporanea Unibo’ e ‘Fondazione Claudi’, in collaborazione con ‘Infinito 200-Una poesia’, allietato dalla vena poetica di Davide Rondoni e del violinista Michele Torresetti. Nell’introduzione Massimo Ciambotti, prorettore dell’Università degli Studi ‘Carlo Bo’ di Urbino e presidente della Fondazione Claudi ha ricordato la nascita del progetto: “‘Perché una creatura finita desidera l’infinito?’ fu chiesto il 18 marzo scorso da una studentessa musulmana del corso di italianistica dell’Università del Cairo, dove eravamo andati io e Davide Rondoni per presentare il progetto ‘Infinito 200’. Sapere cosa sia, di cosa sia fatto l’uomo non può oggi essere dato per scontato. Dovrebbe essere il primo spunto di lavoro culturale, educativo, in quella maniera precisa e potente che fa scrivere a Leopardi nel ‘Canto notturno’ come ci sia una sproporzione dei fattori che compongono la natura umana”.
Davide Rondoni ha commentato la poesia leopardiana, entusiasmando i presenti: “Il problema dell’ ‘Infinito’ è che esso sorge nel vivo dell’esperienza del piacere e del dispiacere. Non è un problema di pensiero, ma ha a che fare con il germinare iniziale di un’esperienza; significa fare i conti con questo elemento germinale essenziale”.