Nel telegramma al presidente Sergio Mattarella durante il sorvolo dell’Italia, Papa Francesco invoca “sulla nazione italiana copiosi doni di lungimiranza e sapienza per continuare ad apprezzare e custodire il valore del matrimonio e della famiglia”.
Dal canto suo, il presidente Mattarella ha risposto che “l’Italia e la comunità internazionale guardano con vivo interesse a questa sua missione, segno della sua paterna vicinanza alle famiglie che, provenienti da numerosissimi paesi, si ritrovano a Dublino per ascoltare il suo alto messaggio evangelico e confermare il loro impegno ad affrontare le urgenti sfide del mondo contemporaneo con autentico spirito cristiano”.
Cordiali saluti sono inviati da Papa Francesco ad Alain Berset, presidente della Svizzera, con la preghiera che Dio dia alla nazione “pace e benessere”. Il dono dell gioia e della pace è invocato per i cittadini di Francia, nel telegramma inviato al presidente Emmanuel Macron. Infine, Papa Francesco invoca la “abbondante benedizione di Dio onnipotente” sulla Regina Elisabetta, la famiglia reale e il popolo del Regno Unito.
Accoglienza di protocollo per Papa Francesco all’atterraggio. Prima, salgono sul volo papale il nunzio apostolico, l’arcivescovo Jude Thaddeus Okolo, e il Capo del Protocollo. Quindi, il Papa scende dalla scaletta e viene accolto dal vice-primo ministro e due bambini in abito tradizionale che gli offrono dei fiori.
Sono presenti il Cardinale Kevin J. Farrell, prefetto del Dicastero Laici, Famiglia e Vita e irlandese, nonostante incardinato negli Stati Uniti, e il Cardinale Sean Brady, arcivescovo emerito di Armagh, sede primaziale di Irlanda, e l'attuale arcivescovo di Armagh Eamon Martin. C’è anche l’arcivescovo Diarmuid Martin di Dublino, l’arcivescovo Michael Neary di Tuam (arcidiocesi che include il santuario di Knock), l’arcivescovo Kieran O’Rielli dell’arcidiocesi di Kashel ed Elmy e l’arcivescovo anglicano di Irlanda Michael Jackson. Anche una famiglia accoglie il Papa.
Nessun discorso è previsto all’arrivo, e il Papa verrà accompagnato all’auto, dove prima andrà nel Palazzo Presidenziale, definito la “Casa Bianca d’Irlanda” per la sua somiglianza con la residenza del presidente degli Stati Uniti, e quindi incontrerà la autorità nel Castello di Dublino, per il suo primo discorso ufficiale del viaggio.
Papa Francesco già conosce Dublino, avendoci risieduto - come ha ricordato ai giornalisti - per tre mesi per imparare l’inglese. La città di Dublino, divenuta capitale del Paese con l’indipendenza di Irlanda del 1922, include, tra i suoi imponenti monumenti, la Christ Church Cathedral (XIII sec.), in stile gotico e romanico, costruita sull’antica chiesa vichinga; e la Saint Patrick’s Cathedral (XI sec.), la più grande chiesa d’Irlanda, dove sono sepolte 500 importanti figure storiche, tra cui Jonathan Swift. Papa Francesco dirà messa al Phoenix Park, come già fece Giovanni Paolo II nel 1979, radunando lì 1 milione di persone per il primo storico viaggio di un Papa nel Paese.
Ma Giovanni Paolo II veniva in un periodo di prosperità per la Chiesa cattolica. Nel 1937, entrava in vigore la Costituzione Irlandese che si riferiva nel suo preambolo al dogma della Trinità, mentre nel 1983, quattro anni dopo la visita di San Giovanni Paolo II, la Costituzione veniva emendata attraverso un referendum equiparando la vita della donna a quella del nascituro e rafforzando il divieto di aborto in Eire.
Tutto sembra essere cambiato da allora, anche a causa del Ferns Report (2005) seguito dal Ryan Report (2009) e dal Murphy Report (2009) sugli abusi sessuali nella diocesi di Ferns, nelle istituzioni della Chiesa irlandese e nell’arcidiocesi di Dublino. Benedetto XVI incontrò due volte i vescovi di Irlanda, inviò una lettera ai fedeli, e una visita apostolica tra i cui componenti c’era anche il Cardinale Sean O’Malley, oggi presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori.
Il tema degli abusi è presente anche in questo viaggio, dopo gli ultimi rapporti provenienti da Cile e Stati Uniti. Sebbene il tema non sarà trascurato, Papa Francesco va soprattutto per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, in una Dublino il cui mondo cattolico è stato rivitalizzato dal Congresso Eucaristico del 2012 e mortificato dai risultati dei referendum del 2015 e 2018. E stasera, la veglia di preghiera al Croke Park sarà tutta dedicata alla famiglia.
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