Rimini , venerdì, 24. agosto, 2018 11:00 (ACI Stampa).
Per la prima volta al Meeting dell’amicizia tra i popoli, in corso a Rimini, il cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, ha entusiasmato i presenti, parlando della speranza che viene dalla Svezia.
Battezzato luterano, il cardinale ha raccontato di aver visto il volto di Cristo in quello delle suore Brigidine che la Provvidenza ha messo sul suo cammino; quindi si è fatto cattolico, poi carmelitano. Vescovo di Stoccolma è il primo cardinale di un Paese che, per centinaia di anni, aveva messo al bando la Chiesa cattolica.
Nella sua terra, il cardinale da alcuni anni ha notato alcuni segni di speranza: “Nella notte oscura collettiva che può penetrare nel cuore dei cristiani abbiamo bisogno della speranza per proseguire il pellegrinaggio in questo mondo. La speranza ci aiuta a vedere il nostro cammino in una prospettiva di eternità”. Però prima di spiegare cosa significa essere cattolici in Svezia, il card. Arborelius ha voluto fare un discorso sulla speranza, richiamandosi allo scrittore francese Peguy: “Parliamo molto della carità e della fede, ma dimentichiamo spesso la speranza che però è una forza enorme specialmente nella società secolarizzata... La speranza è la sorella più piccola delle tre ma è quella che decide la direzione del cammino della nostra vita, perchè ci aiuta a sopravvivere nei momenti più difficili dell'esistenza. La speranza è sempre necessaria”.
Quindi per il card. Arborelius la scarsa importanza che è data alla speranza sarebbe una delle conseguenze della crisi spirituale dell’Europa, riprendendo l’immagine della ‘notte oscura’ di san Giovanni della Croce: “Nel mondo secolarizzato l’oscurità può entrare nel cuore dei cristiani. Vediamo, ad esempio, il calo delle vocazioni e le chiese vuote in questa nostra cara Europa, perciò, abbiamo davvero bisogno di questa ‘piccola sorella’ per poter continuare il nostro pellegrinaggio. Per noi è un privilegio sapere che la speranza ci aiuta a vedere l’eternità come la realtà ultima e definitiva”. Il cardinale scandinavo ha fatto un accenno al fenomeno degli abusi sessuali: "Quando oggi sentiamo di abusi nella Chiesa non perdiamo la speranza perchè sappiamo che il Signore ci aiuta a prendere la strada della purificazione”.
Poi ha tratteggiato l’esperienza dei cattolici svedesi come messaggio di speranza per i fedeli europei: “Nell’Europa di oggi tra i cristiani c’è una mancanza di speranza. Ne soffrono persino alcuni vescovi. Forse può essere la vocazione provvidenziale del piccolo gregge di cattolici in Svezia portare un messaggio di speranza alle altre chiese d’Europa. Bisogna farlo con umiltà e spirito realistico”. E questa speranza è dovuta all’immigrazione: “Quella di Svezia è una piccola chiesa, che tuttavia è testimone di speranza.