Nell’esortazione apostolica ‘Gaudete et exsultate’ papa Francesco ha invitato a scoprire la santità come fonte di gioia: in quale modo la famiglia può educare alla santità?
“Parlare di santità nella società odierna non è impossibile, ma sicuramente è difficile. Viviamo in una società consumistica ed individualista dove si rincorre il successo e il possesso di cose senza apprezzarne il valore, ma solo l’uso. La famiglia, parte centrale della società, vive gli stessi problemi. Non ci sono più attenzioni ai membri della famiglia nucleare e tanto meno agli anziani.
I genitori piuttosto che educare accontentano, oppure fanno a gara per promuovere l’affermazione sociale dei figli, solo assicurandosi che siano in linea con la moda del momento. La famiglia deve recuperare il proprio ruolo nel promuovere i valori dell’essere e non solo dell’apparire. Se la famiglia, in particolare quella cristiana, riscoprisse i valori della famiglia contadina del passato, la quale era riconoscente alla natura, quale creatura di Dio, per le possibilità che offre, diventerebbe un esempio di santità da imitare.
Una famiglia che promuove amore attraverso la crescita dei figli, attraverso l’amore per il mondo circostante, attraverso il rispetto per uomini e cose, attraverso un vissuto cristiano di testimonianza a quanti, talvolta spaventati di avere una vita di ‘santità’, si allontanano o si creano un modello proprio. Anche il sevizio al povero, fatto con amore, è un modo di contribuire ad una vita santa.
In tutti i luoghi dove si incontra la Società di San Vincenzo de Paoli si trova sempre un poster che ritrae una mano aperta con le dita colorate, con un volto sorridente sui polpastrelli, e uno slogan che lo caratterizza: ‘dare una mano colora la vita’. Questo a significare che fare del bene fa bene e ti fa bene. Uno slogan che i vincenziani portano nel proprio cuore unitamente alla loro famiglie”.
A lei è stato conferito anche l’incarico di amministratore per la canonizzazione del beato Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli ed ad ottobre ci sarà il Sinodo sui giovani: in quale modo Federico Ozanam invitava i giovani alla santità?
“’Vorrei che tutti i giovani di testa e di cuore si unissero in opere di Carità’. E’ una delle citazioni più ricordate di Federico Ozanam, che all’età di soli 20 anni fondò la Società di San Vincenzo De Paoli. Con lui altri sette amici che egli esortava a passare dalle parole all’azione e ad affermare con le opere la vitalità della fede.
‘Bisogna formare, scriveva, un'associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici dove si trovi amicizia, sostegno ed esempio, dove si possa trovare un simulacro della famiglia religiosa nella quale si sia stati nutriti’. Ed è questo spirito che possiamo trovare ancora oggi in tutte le Conferenze di San Vincenzo De Paoli: un forte legame di amicizia, tra i soci e tra le persone in difficoltà che seguiamo. Una grande famiglia diffusa in 153 paesi del mondo.
La nostra associazione si preoccupa del giovane come persona; come persona alla ricerca di se stesso e della scoperta o riscoperta della missione evangelica che caratterizza il nostro carisma, alla ricerca di un percorso di servizio al fratello in difficoltà attraverso il quale mirare ad una vita di santità”.
In quale modo la Società San Vincenzo de Paoli è vicina alle famiglie?
“La peculiarità della Società di San Vincenzo De Paoli è la ‘visita a domicilio’: i nostri volontari si recano periodicamente nelle case delle famiglie che affianchiamo, portando un pacco di alimenti e qualche piccolo aiuto economico, cercando di rispondere alla prima richiesta di aiuto, consapevoli che quasi sempre dietro quella richiesta di aiuto materiale vi è un bisogno molto più grande.
In particolare si dà attenzione alla persona che non è semplicemente un numero o un nome scritto su un fascicolo, ma ha una sua identità. La Società di San Vincenzo De Paoli offre sostegno empatico alle persone che il Signore ci consente di incontrare, le affianca nell’affrontare le difficoltà, condivide con loro sofferenze e speranze, le accompagna in un percorso di crescita personale finalizzato a riconquistare autonomia e dignità”.
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