Rimini , giovedì, 23. agosto, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Come 50 anni prima, così 50 anni dopo: dal dialogo con uno studente di giurisprudenza nasce l’idea di realizzare una mostra sul ’68, ‘Vogliamo tutto 1968-2018’, accompagnata da un ciclo di incontri con testimoni e studiosi, chiamati a interloquire su quel momento storico che non fu solo un fatto del passato che segnò profondamente la coscienza della società di allora, ma che a continua a interrogare la società e le coscienze dell’oggi.
Il primo appuntamento ha offerto al pubblico, prevalentemente giovane, l’opportunità di interagire con gli ospiti: Edoardo Bressan, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Macerata; Eugenio Capozzi, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli; Giovanni Orsina, professore ordinario di Storia Contemporanea e di Sistemi Politici Europei all’Università LUISS ‘Guido Carli’ di Roma. Gli storici hanno riflettuto sulla dialettica tra l’‘io’ e il mondo in risposta alle diverse domande, che evidenziano da un lato le istanze di autodeterminazione, di emancipazione dei giovani e dall’altro le concrete possibilità di attuazione di quest’ultime da parte dei sistemi democratici e anche della Chiesa.
Comune è il giudizio sulla problematicità del modello sessantottino di una società libera, progressista e a tratti marxista, visto l’utilizzo da più parti di categorie politico-culturali che provenivano proprio da quel mondo che i movimenti anti-sistema denunciavano. A corredare gli incontri del cinquantennio la mostra, che nasce dal desiderio di un gruppo di studenti universitari, accompagnati da docenti e ricercatori e da insegnanti delle scuole secondarie, di approfondire un momento decisivo della storia del Novecento, il Sessantotto, che a distanza di cinquant’anni rischia di rimanere un ‘mito’ fondativo della società contemporanea (negativo o positivo che sia), senza che se ne comprenda la reale portata storica. La mostra è stata realizzata da Andrea Avveduto, Maria Bocci, Pietro Bongiolatti, Edoardo Bressan, Marta Busani, Francesco Magni, Luca Pesenti, Paolo Valvo.
Per capire meglio il percorso della mostra abbiamo rivolto alcune domande a Francesco Magni, dottore di ricerca e assegnista di ricerca dell’Università di Bergamo: “Il percorso della mostra inquadra dunque il Sessantotto all’interno dei profondi cambiamenti che hanno modificato l’Italia e la società occidentale negli anni Sessanta, a partire dal boom economico e dall’affermarsi del consumismo per arrivare alla contestazione studentesca di fine decennio. E’ un percorso segnato dall’istanza di autenticità rivendicata dai ‘giovani’, che emergono forse per la prima volta come gruppo sociale autonomo. La mostra affronta poi gli esiti contraddittori della contestazione giovanile che, se porta al superamento di vecchie consuetudini a favore di nuove forme di libertà e di socialità, si risolverà però nel successo di quell’individualismo radicale che ispira la società odierna”.
Dal punto di vista storico perchè c’è stato il 1968?