Tallinn , giovedì, 30. agosto, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Non è un caso che l’Estonia sia la più antica amministrazione apostolica del mondo. I numeri della Chiesa Cattolica, in fondo, sono esigui: 9 parrocchie, 14 sacerdoti, 2 religiosi e 20 religiose. E per cinquanta anni non c’è stato nemmeno un amministratore apostolico.
Certo, la Chiesa ha origini medievali, l’Ordine Teutonico ne evangelizzò la popolazione anche attraverso un forte movimento di colonizzazione e migrazione, con uno stato monastico costituito in tre diocesi, mentre al Nord c’era la diocesi di Reval, l’odierna Tallinn, porto ricco e fondamentale per il commercio verso la Russia.
Ma nel XVI secolo, l’Impero Svedese prese in mano l’Estonia, e vi portò la Riforma Luterana, nel modo violento in cui fu portata nella Svezia, dove si racconta ancora che si sentiva l’odore delle candele spente. E così, il Cattolicesimo estone terminò, e tornò nella seconda metà del Settecento quando l’Estonia passò sotto il dominio dei russi. Ma era un cattolicesimo senza struttura ufficiale e nessun luogo di culto pubblico.
Solo alla fine del XVII secolo, il comandante della guarnigione russa di Tallinn, piena di polacchi, chiese e ottenne un cappellano cattolico, e così i domenicani entrarono a Tallinn, ed eressero la prima parrocchia, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Nel 1924, fu stabilita l’Amministrazione Apostolica d’Estonia, composta soprattutto da germano baltici. Ma l’occupazione sovietica, la cattura e la morte in prigionia del vescovo Eduard Profittlich, amministratore apostolico, diedero una forte battuta di arresto al cattolicesimo in Estonia.
Solo a partire dagli Anni Ottanta del Novecento il cattolicesimo ha ripreso vigore, e il primo prete estone viene ordinato nel 1985, mentre nuovi missionari arrivano nel paese, e nel 1992 viene nominato un nuovo amministratore apostolico.