Vilnius , martedì, 21. agosto, 2018 16:00 (ACI Stampa).
La Congregazione della Madre della Misericordia nasce intorno alla devozione dell’icona di Maria Madre della Misericordia. Una copia di questa icona di Maria Madre della Misericordia è nella Cappella Lituana nelle Grotte Vaticane, e san Giovanni Paolo II andò giù a venerarla subito dopo l’elezione a Pontefice. Poi, andò alla Porta dell’Aurora durante il suo viaggio a Vilnius 25 anni fa. Papa Francesco, nel suo viaggio apostolico del 2016, visitò direttamente il Santuario della Divina Misericordia.
Ed è lì che il quadro originale della Divina Misericordia è conservato. Il santuario è stato fondato e consacrato nel 2004. Prima, era la Chiesa della Santa Trinità, che fu chiusa e sconsacrata durante il Regime Sovietico. L’ultimo parroco prima della chiusura fu padre Michael Sopocko. Era il direttore spirituale di Santa Faustina Kowalska, colui che la incoraggiò a scrivere un diario, e che fece in modo che l’Immagina della Divina Misericordia fosse dipinta.
Per farlo, scelse Eugeniusz Kazimirowski, un artista che tra l’altro si proclamava non credente. Ci vollero circa sei mesi perché il quadro fosse terminato, e Suor Faustina e padre Sopocko seguirono i lavori passo dopo passo. Poi, Suor Faustina dettò l’iscrizione, “Jezu Ufam Tobie”, Gesù io confido in te, che fu inserita in una targa aggiuntiva. Quindi, il quadro fu appeso nella chiesa di San Michele a Vilnius, dopo padre Sopocko era parroco. Ed è lì che per circa 11 anni è stato adorato.
Il comunismo era alle porte. Nel 1948, le autorità comuniste chiudono la chiesa di San Michele. Il quadro viene privato della cornice e della targa, acquistato in modo illegale da un operaio lituano, e recuperato da due donne, una polacca e una lituana, che portano la tela avvolta in un rotolo fuori dalla chiesa, la tengono in soffitta, e poi la portano nella Chiesa del Santo Spirito. Lì il dipinto viene nascosto dal parroco, don Jan Ellert, nell’archivio sul retro della chiesa.
Il quadro non viene ritrovato fino al 1956, quando don Jozef Grasewicz, un amico di padre Sopocko, torna a Vilnius dopo aver trascorso degli anni di reclusione in un campo di lavoro sovietico, e decise di recuperare l’immagine. Poi, la porta con sé a Nowa Ruda, in Bielorussia, dove aveva ripreso l’incarico di parroco, e pone il quadro nella chiesa, senza dire niente della sua origine. E lì il quadro resta per circa 30 anni.