Ma quell'immagine - una donna con i simboli vescovile - non è futuribile, arriva da un passato ben preciso, anche se dai contorni quasi "contemporanei".
In quest'estate torrida la Puglia è certamente una tra le mete turistiche più gettonate, per gli italiani e per gli stranieri. Una terra dalle mille attrattive, incrocio fecondo di molte civiltà e ricca di vicende straordinarie, molte delle quali ancora sepolte tra le mura di palazzi, castelli, chiese... E abbazie e monasteri, come quello di San Benedetto a Conversano, deliziosa cittadina in provincia di Bari.
Se si capita da quelle parti sarebbe interessante visitare l'edificio religioso e rievocare la vicenda del Monstrum Apulie, ossia il fatto incredibile, "mostruoso" in questo senso, legato alla terra di Puglia. Qui, infatti, dal Duecento le badesse benedettine esercitavano un grande potere spirituale e temporale, come quello vescovile.
Una storia poco conosciuta, nei cui meandri lungo i secoli può fare da guida un libro pubblicato molti anni fa, ma sempre fondamentale per ricostruire la vicenda. Il titolo è "Obbedire perché donne? Le monache di Conversano risposero di no", l'autrice è Francesca Marangelli.
Nel 1266 la prima badessa assegnata al monastero, Demetra Paleologo, che riuniva intorno a se' un gruppo di religiose provenienti dalla Grecia e dalla Romania, ricevette da Papa Clemente IV la mitra, il copricapo della dignità vescovile, insieme al pastorale, e l'autorità di feudatario per esercitare il potere temporale.
Molte le ipotesi sul perché fu fatta questa scelta, ma bisogna ricordare che non si trattava di un caso isolato. Badesse mitrate, come le definirono, c'è n'erano anche in altri Paesi europei. Ma in Italia il caso di Conversano divenne subito eccezionale.
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Per secoli, poi, le monache esercitano ampiamente questo potere e le badessa in primis, la cui forza si manifestava attraverso le grandi ricchezze in dotazione al monastero, gestite con particolare oculatezza e vigore, ma anche con gesti simbolicamente pregnanti. Ad esempio, era previsto che i preti del capitolo di Castellana, in cui si incardinava il monastero di Conversano, si inginocchiassero spesso davanti a loro, prestando giuramento di fedeltà.
L'ascesa delle badessa durò a lungo, fino al 1810, quando il re di Napoli, Gioacchino Murat, avviò la pratica, di ascedennza napoleonica, delle soppressioni dei monasteri.
Iniziò la decadenza e nei primi anni del Novecento la comunità monastica si disperse. Non prima però di aver dato ancora una volta prova del proprio potere decisionale, anche se era ormai finito il tempo delle badesse mitrate, che amministravano parrocchie, nominavano sacerdoti e confermavano benefici.