Roma , sabato, 4. agosto, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Sono giornate “calde” con temperature molto alte soprattutto nelle città italiane. E a soffrire di più sono gli anziani, in particolare chi vive da solo. In diverse diocesi gruppi di volontari in queste ore si sono messi a disposizione per stare accanto a coloro che hanno maggiori difficoltà.
E non mancano appelli, come quello della comunità di Sant’Egidio, alle istituzione ma anche a tutti convinti che “ tutti noi possiamo fare qualcosa aiutando direttamente chi è in difficoltà con una visita, un interessamento, una telefonata. Si tratta di gesti concreti, alla portata di tutti, ma che a volte possono salvare una vita. Perché più che il caldo è troppo spesso l’isolamento sociale a costituire un grave rischio: da entrambi ci si può difendere con più umanità e solidarietà”.
E ai sacerdoti anziani si rivolgono i vescovi della Lombardia a che insieme all’Unitalsi lombarda promuovono un incontro fra il clero ammalato e anziano e i vescovi lombardi, in programma giovedì 20 settembre presso il Santuario di Caravaggio. Si tratta della IV Giornata regionale del sacerdote malato e anziano.
Dagli anziani ai giovani che in questi giorni si sono mesi in cammino per raggiungere Roma dove sabato 11 e domenica 12 agosto si ritroveranno con Papa Francesco: sabato 11 al Circo Massimo per una veglia di preghiera e domenica 12 agosto in piazza San Pietro. Agli appuntamenti sono attesi circa 70.000 giovani. A presentare l’iniziativa martedì una conferenza stampa moderata da don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, alla quale parteciperanno il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della CEI e don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI. Un appuntamento pensato in vista del Sinodo sui giovani, che si terrà ad ottobre.
“Siccome il Sinodo è un cammino, abbiamo voluto pensare a questo incontro come un cammino condiviso, proposto - ha detto don Falabretti al Sir - in prima persona ai giovani perché sentissero che la Chiesa vuole camminare con loro ed accompagnarli. E soprattutto perché sentissero che possono – se vogliono – camminare dentro una comunità, dentro la Chiesa”.