Bombay , martedì, 7. agosto, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Ancora una richiesta di abolire il segreto della confessione. Questa volta arriva dall’India, dove la Commissione Nazionale delle Donne ha chiesto al governo di abolire il sacramento perché “è una interferenza indebita in una questione sacra e vitale della vita cristiana”.
Una richiesta “assurda,” ha risposto il Cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza Episcopale Indiana, in una dichiarazione del 27 luglio. Una dichiarazione che però si inserisce in un dibattito più ampio, che è solo arrivato in India, ma le cui radici sono lontane.
La Commissione Nazionale per le Donne ha infatti mosso la richiesta a seguito dello scandalo che ha visto coinvolti 4 sacerdoti della Chiesa ortodossa siro-malankarese. Questi sacerdoti hanno utilizzato confidenze che una donna sposata aveva fatto loro in confessione per ricattarla e abusare sessualmente di lei.
Anche le altre richieste di abolire la confessione sono arrivate a seguito di casi di abusi. In Australia, la Royal Commission ha attaccato la confessione sostenendo che il segreto non permetta ai sacerdoti di denunciare gli abusi su minori quando ne sono a conoscenza: ne parlerà la Conferenza Episcopale Australiana, nella sua riunione di agosto.
Richiesta simile era stata fatta in Irlanda, al tempo dello scandalo degli abusi, dal premier del tempo, Enda Kenny. E persino i Comitati ONU sulla Convenzione per i Diritti del Fanciullo e Contro la Tortura, andando oltre le loro competenze, avevano parlato di un “codice del silenzio imposto ai suoi membri” per attaccare il segreto della confessione.