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Dalle diocesi, Paolo VI, il Perdono di Assisi, e la riflessione sulla Laudato sì

Tramandare il bello, a Rieti  |  | Diocesi di Rieti Tramandare il bello, a Rieti | | Diocesi di Rieti

La diocesi di Brescia si prepara al grande evento della canonizzazione di  Papa Paolo VI in ottobre. Un evento che per la chiesa bresciana sarà motivo di “grande gioia e festa. Sarà – dice il vescovo mons. Pierantonio Tremolada - l’inizio di un’esperienza nuova nella conoscenza sempre più profonda del Papa bresciano”.

Paolo VI entrerà  a far parte del “patrimonio spirituale di tutta la Chiesa. Sarà sempre più importante – aggiunge il presule -  imparare a conoscerne i percorsi umani e spirituali. Comprendere come ha risposto alla sua vocazione di cristiano, prete, vescovo e come ha vissuto il suo ministero di Pastore universale nei tempi importanti e non facili del Concilio e della sua attuazione. Tutto questo affinché impariamo ad imitarlo nella sua passione per Cristo e per la Chiesa”. E come “segno” di questa canonizzazione, accogliendo l’invito del nunzio apostolico in Israele, mons. Leopoldo Girelli, la diocesi di Brescia realizzerà un opera a ricordo della canonizzazione da collocare  presso la chiesa del Primato di Pietro, sulle rive del lago di Tiberiade, a Tabgha, dove Paolo VI fece tappa durante lo storico pellegrinaggio del 4-6 gennaio 1964.

Siamo in tempo di estate ma le diocesi non si fermano. Oggi ad Amatrice, nella diocesi di Rieti, terra colpita da un violento terremoto due anni fa, ospiterà una giornata tra ambiente, arte e ricostruzione.  Lo scenario sarà quello dei Monti della Laga con tre momenti collegati tra di loro: la prima edizione del Forum delle Comunità Laudato si’, la presentazione del progetto “Casa del Futuro” e l’inaugurazione del padiglione espositivo multimediale, anteprima del futuro Museo diocesano, sede di Amatrice. Il Forum nasce nell’ambito del progetto Comunità Laudato si’, promosso dalla diocesi reatina e da Slow Food e affronterà il tema dell’inquinamento dovuto dall’uso/abuso di plastica, guardando alle ripercussioni sull’ecosistema marino e sull’uomo, derivanti sia dal consumo di pesce, sia dalla sempre maggiore esposizione agli additivi utilizzati nella produzione delle materie plastiche, si legge in una nota della diocesi guidata dal vescovo mons. Domenico Pompili. La giornata intende “indagare le principali criticità e problematiche ambientali”.

Durante il forum si analizzeranno le dinamiche attuali con “la consapevolezza della gravità di alcuni fenomeni di inquinamento, guardando all’urgenza di arrestare processi di contaminazione, elevatissima in determinati contesti, nella prospettiva di delineare scenari futuri di miglioramento e inversione dei processi inquinanti”. Al termine la presentazione, in anteprima, dei risultati della progettazione del complesso Casa del Futuro – Centro Studi Laudato si’. In conclusione l’inaugurazione del padiglione temporaneo multimediale del futuro Museo diocesano, sede di Amatrice.

Nella diocesi di Firenze, il prossimo 22 settembre, il convegno regionale delle Adorazioni Eucaristiche Perpetue che quest’anno avrà come tema: “Io sono sempre con voi...noi vogliamo stare con Te”. Sarà un momento di incontro per i volontari dell’adorazione che nelle varie chiese e cappelle si alternano per assicurare una presenza continua e ininterrotta davanti all’eucaristia.

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In Umbria Assisi si prepara invece al grande evento de “il Perdono di Assisi”  - 1 e 2 agosto –  mentre ieri sera si è pregato per l’Eritrea nell’appuntamento mensile di preghiera voluto dal vescovo, mons. Domenico Sorrentino. “Volendo tener fede all’impegno di unire ogni nostro slancio spirituale per la pace insieme alle altre religioni – ha scritto il presule -  mi viene spontaneo additarvi i fratelli e le sorelle che nei giorni scorsi abbiamo accolto in Assisi partecipando al progetto di accoglienza di migranti attraverso i corridoi umanitari della Cei”. Si tratta di 24 persone, tra le quali 11 bambini, provenienti dall’Eritrea, una terra che vive “un alito di speranza per la firma di un accordo di pace con la vicina Etiopia dopo 20 anni di un sanguinoso conflitto armato, ma che si trova comunque in condizioni di miseria a causa di un regime politico repressivo. Molti sono indotti a lasciare il Paese per cercare migliori condizioni di vita, sopravvivenza, riconoscimento di dignità.

Queste sorelle e questi fratelli – prosegue il vescovo – sono venuti come a ricordarci il dramma e le speranze di un intero popolo e nello stesso tempo a risvegliare il nostro senso di fraternità che a volte pare sopito. Impegniamoci a sostenere  un cammino di pace dal passo incerto e preghiamo affinché in Eritrea si creino le condizioni di riconoscimento dei diritti basilari della persona. Dio  sa toccare i cuori e far maturare frutti di pace anche nelle situazioni più complesse e umanamente disperate. È per me fonte di consolazione e di gratitudine al Signore ricevere notizie di comunità di tante fedi diverse che si sono unite con fedeltà a questo nostro appuntamento mensile”.