Gerusalemme , venerdì, 27. luglio, 2018 12:00 (ACI Stampa).
Era il 1968 quando Il convento francescano sul Fiume Giordano venne chiuso. Dal 1967, come effetto della guerra tra Israele e Giordania, l’intera area fu chiusa a pellegrini e turisti, per divenire un enorme campo minato e zona militare. Solo qualche giorno fa, dopo tanti anni, nel corso dei lavori per sminare l'area, un frate francescano della Custodia di Terra Santa vi è rientrato per la prima volta.
Da gennaio 2018 l’associazione Halo Trust ha sminato a poco a poco tutti i territori che appartengono a otto chiese cristiane: cattolica, greco-ortodossa, armena, copta, etiopica, rumena, siriaca e russa. Il 9 luglio, come racconta il sito della Custodia di Terra Santa, è stata la volta del terreno dei francescani, che rappresentano la chiesa cattolica. Si è proceduto allo sminamento dalla strada principale verso la chiesa, intorno e dentro. Non è stato trovato nessun materiale sospetto nella chiesa e nel convento, ma gli operatori di Halo Trust hanno chiesto la rimozione di tutti gli oggetti.
L'ultima messa registrata è stata quella del 7 gennaio 1968, celebrata da un gruppo proveniente dalla Nigeria. Secondo i ricordi storici, i Francescani compiono il pellegrinaggio annuale a questo sito almeno dal 1641. Nel 1932 la Custodia di Terra Santa acquistò quel terreno, dove costruì la chiesa, benedetta poi nel 1956.