Barletta , lunedì, 13. agosto, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Ricordare don Ruggero Caputo (1907-1980) è parlare di un autentico testimone ed innamorato dell'Eucarestia. La vita di questo intrepido sacerdote si snoda lungo l'arco del millenovecento, in un paese della Puglia: Barletta.
Questo sacerdote, nato in una famiglia di agricoltori, conobbe presto le difficoltà della vita e le ristrettezze economiche. La sua vocazione, sempre sentita, sbocciò grazie all'interessamento del suo parroco, il venerabile don Raffaele Dimiccoli. Quest'uomo fu un sacerdote illuminato che portò progresso nella sua parrocchia, favorendo lo sviluppo religioso culturale dei giovani affidati alle sue cure pastorali.
Ruggero Caputo, intorno a 18 anni, ebbe la costanza di riprendere in mano i libri di scuola, abbandonati per aiutare la famiglia nei campi e con la tenacia e la fede che sempre lo caratterizzeranno, superati gli esami entrò al Pontificio Seminario Regionale di Molfetta ed il 25 luglio 1937, venne ordinato sacerdote diocesano.
Uomo di profonda preghiera: chi aveva bisogno di una parola buona o di un aiuto, nelle giornate tristi della vita, era sicuro di trovarlo inginocchiato nella chiesa di San Giacomo Maggiore in preghiera assorto davanti al SS.mo Sacramento. L'adorazione eucaristica rappresentò per don Caputo il luogo privilegiato del suo incontro con il Cristo per il bene delle anime. Fu un vero innamorato di Gesù Eucaristico e questo lo testimoniò non solo in parola ma con il suo costante esempio, fatto di una presenza giornaliera davanti al Tabernacolo. Le anime si conquistano con le ginocchia, era la frase che il buon sacerdote rispondeva a chi gli chiedeva come avesse potuto suscitare, nella sua città, una così intensa fioritura di vocazioni femminili e sacerdotali. Legava le anime a Dio e non alla sua persona. Amava Dio e questo era il suo credo ma di più la sua vita.