Vitorchiano , mercoledì, 25. luglio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Vitorchiano, vicino Viterbo, non lontano da Roma. Un monastero di trappiste è diventato punto di attrazione per molte giovani che scelgono una vita di contemplazione e attività.
Come racconta la Badessa Madre Rosaria da 30 anni, a capo di questa comunità, le molte vocazioni permettono anche di fare delle nuove fondazioni…
E’ vero. Tante vocazioni permettevano la fondazione di nuovi monasteri un po’ in tutto il mondo a partire dal 1968: la prima fondazione l’abbiamo fatta in Italia, a Valserena in Toscana. Successivamente in Argentina, Cile e Venezuela, poi in Asia, in Indonesia nell’isola di Giava, nelle Filippine in Mindanao. La penultima fondazione l’abbiamo fatta nel 2007 nella Repubblica Ceca, vicino a Praga. Invece l’anno scorso il capitolo generale del nostro Ordine ha approvato il progetto della nuova fondazione in terra portoghese, nella diocesi di Bragança-Miranda. Stiamo raccogliendo i fondi per costruire la foresteria che servirà come un piccolo monastero provvisorio finché non sarà costruito il vero monastero.
Come vengono prese le decisioni di dar vita alla nuova fondazione?
Normalmente è una risposta alla chiamata della Chiesa. Per esempio, nel caso della Repubblica Ceca è stata la richiesta fatta dal card. Vlk, allora arcivescovo di Praga, nel caso del Portogallo, l’invito del vescovo José Cordeiro di Bragança-Miranda. In altri casi, c’era la presenza del monastero maschile che ci ha spinte a fare anche una fondazione femminile. Ovviamente, devono esserci anche dei segni all’interno della comunità stessa, prima di tutto una consistenza numerica e anche possibilità economiche. Non basta creare una fondazione: per i primi anni bisogna accompagnare in tutti i sensi la nuova comunità che deve crescere e consolidarsi.