Stoccolma , lunedì, 16. luglio, 2018 15:00 (ACI Stampa).
L’Europa e le migrazioni, una questione ormai più politica che culturale che però coinvolge moltissimo cristiani in fuga dal Medio Oriente soffocato dal fondamentalismo. Un fenomeno che comunque è stato ed è salutare per la fede, perché molti cristiani giunti dall’Est europeo, dal Medio Oriente o dall’Africa hanno mantenuto e vivono la loro fede nei Paesi di accoglienza, spesso marcati da un forte processo di secolarizzazione.
Ma anche un fenomeno manipolato dai media che ha creato atteggiamenti ostili. Sono le conclusioni di Don José María La Porte, Decano della Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce che ne ha parlato ai vescovi e responsabili europei della pastorale dei migranti.
Il seminario tre giorni del CCEE che si è svolto a Stoccolma ha messo in luce che se nei dibattiti mediatici, il fenomeno migratorio viene affrontato solo dalla perspettiva economica o politica, il risultato appare evidente: si dimentica il diritto inalienabile alla dignità di ogni persona umana.
Non vanno usate categorie non “cristiane” per il fenomeno ma occorre raccontare in modo appropriato la mobilità umana appare una sfida urgente che richiede un impegno rinnovato anche da parte della Chiesa.
Nella giornata di sabato 14 luglio, i partecipanti si sono confrontati insieme ai rappresentanti di Caritas Svezia, dell’ICMC e della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale su Come la Chiesa usa i media per parlare delle migrazioni e come la Chiesa forma e informa i suoi fedeli riguardo al fenomeno della migrazione.