Alle Nazioni Unite si è discusso anche di “Proteggere i bambini di oggi evita i conflitti di domani”. Il dibattito ha avuto luogo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’arcivescovo Auza ha detto che i bambini sono quelli che soffrono di più a causa di guerre e conflitti, e che il modo in cui i bambini vengono trattati ha delle conseguenze per il loro futuro e per quello del mondo, e sottolineato che la comunità internazionale può fare di più per “proteggere i bambini dall’essere mutilati, uccisi, usati come scudi umani, bombe umane, bambini soldato e schiavi sessuali, e da altri abusi.
Per questo – ha sottolineato la Santa Sede – la cornice dell’Agenda su Bambini e Conflitti e Armati è particolarmente importante, e deve essere migliorata, in particolare nel rafforzare misure preventive contro gli abusi di diritti umani contro i bambini; il rendere prioritario le riabilitazione e reintegrazione dei bambini soldati; il garantire il diritto di educazione per i bambini vittime di conflitti armati.
Il 13 luglio si è invece tenuta la sessione conclusiva dei negoziati per l’Accordo Globale sulle migrazioni. Nel suo intervento, l’arcivescovo Auza ha sottolineato che due anni di processi negoziali hanno messo in luce la realtà della migrazione internazionale e che, dopo che sarà adottato formalmente a Marrakech a dicembre, l’accordo servirà come il primo punto di riferimento internazionale globale per la pratica e la cooperazione tra governi, ONG e organizzazioni religiosi riguardo la gestione delle migrazioni.
Secondo l’arcivescovo Auza, l’accordo “renderà difficile per tutti di rimanere ignari delle sfide che affrontano i migranti o di evitare responsabilità condivise nei loro confronti”. L’Osservatore della Santa Sede ha quindi ricordato il richiamo di Papa Francesco ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti – tema anche della Giornata Mondiale della Pace di quest’anno – e ha detto che l’accordo ha non solo rispettato, ma è stato costruito su questi principi, esprimendo la speranza che l’Accordo non aiuterà soltanto a gestire meglio le migrazioni, ma possa essere un significativo passo avanti in solidarietà e la misericordia verso la dignità di ogni migrante e al servizio dell’umanità.
La Santa Sede alla FAO
Dal 9 al 13 luglio si è tenuta alla FAO una Conferenza su “Garantire attività di pesca socialmente, ecologicamente e commercialmente sostenibili”. Monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’agricoltura, è intervenuto lo scorso 11 luglio, sottolineando che “molte istituzioni della Chiesa Cattolica nel mondo sono impegnate a sviluppare e portare avanti molte iniziative” per contribuire allo sforzo di avere una “pesca sostenibile”.
La Santa Sede è molto attenta al tema della pesca, e l’Apostolato del Mare, organismo ora all’interno del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, ha organizzato a ottobre dello scorso anno una conferenza sul traffico di esseri umani nella pesca, sottolineando il dramma dello sfruttamento dei pescatori.
Nel suo intervento dell’11 luglio, la Santa Sede riconosce il grande lavoro della FAO in favore di una pesca sostenibile, e allo stesso tempo nota, con gli altri che sono intervenuti, che “la pesca crea milioni di posti di lavoro”, permettendo così il sostegno di famiglie, gruppi e comunità e costituendo per molte nazioni uno mezzo di introiti e il primo fornitore di cibo”.
Allo stesso tempo, dice monsignor Chico Arellana, non ci si deve mai dimenticare che “la dimensione economica, con tutti i suoi benefici, non dovrebbe mai andare ad oscurare l’indispensabile dimensione umana, che è vitale per garantire uno sviluppo compatibile con la salvaguardia dell’ambiente”.
Per la Santa Sede, la promozione di una pesca sostenibile e responsabile deve essere “una fondamentale preoccupazione delle attività nazionali e internazionali”, adottando un approccio ampio e onnicomprensivo che guardi all’impatto generale che ha la pesca sul mondo. Impatto che in realtà viene oscurato dallo sfruttamento che “in molte parti del mondo ha raggiunto livelli insostenibili”, con il rischio che la situazione “deteriori ulteriormente”, dato che ancora non sono state prese misure sulla questione.
Il discorso si sposta poi sullo sfruttamento dei pescatori, oggetto della conferenza di Taiwan. Il loro lavoro – denuncia monsignor Chica Arellano – è “precario, in molti casi forzato, e alcuni sono stati addirittura vittime di traffico di esseri umani”. Cosa che “dovrebbe farci riflettere” sulle attività dei nostri governi o della società civile, con la consapevolezza che “è tempo di agire”, perché mentre “l’attività di pesca cresce speditamente”, vengono fuori anche “forme atipiche di assunzioni, con impieghi irregolari e illeciti che non hanno la giusta stabilità e che non garantiscono i requisiti sociali minimi”.
Così, ci sono lavoratori che vivono “in condizioni umane realmente inumane”, per lungo tempo “lontani dalle loro famiglie”, reclutati da intermediari senza scrupoli.
La Santa Sede chiede che siano prese “misure efficaci e iniziative rilevanti”, per monitorare la situazione e quindi “identificare e salvare pescatori che sono vittime di traffico di esseri umani o di trattamento degradante”.
L’idea è quella di “sviluppare i regolamenti internazionali in tal senso”, incoraggiando misure che “proteggano i pescatori sfruttati, traditi e maltrattati”, che rispettino i trattati internazionali.
Ucraina all’incontro dei segretari generali delle Conferenze Episcopali Europee
Dal 29 al 5 giugno si è tenuto l’incontro dei Segretari Generali delle Conferenze Episcopali Europee a Cipro. Tra i temi che sono stati discussi, quello dell’Ucraina, sviluppato dal vescovo Bodhan Dziurakh, segretario del Sinodo dei vescovi della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Il vescovo Dziurakh ha ringraziato i partecipanti per il loro supporto da quella che ha definito una “aggressione russa”, e ha detto che i numeri di feriti e uccisi nell’Est Ucraina dovrebbero attirare maggiormente l’attenzione. “Per noi ucraini – ha detto – è molto importante sapere che, insieme con politici cinici ed egoismi di affari, ci sono persone e comunità che possono condividere il nostro dolore con comprensione, consolazione e solidarietà”.
Il vescovo greco-cattolico ha detto che l’aggressione non è terminata, e che questa rappresenta una ferita aperta che sanguina in Europa. Monsignor Duarte da Cunha, segretario general del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ha parlato della sua esperienza di un viaggio recente in Ucraina e chiesto di non dimenticare ciò che sta succedendo in Ucraina, Siria e in altre regioni d’Europa e del mondo.
Il Patriarcato di Mosca insieme al Vaticano per ricostruire siti cristiani in Siria
Il giorno dopo l’incontro di Bari, il Metropolita Hilarion, a capo delle Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato ortodosso di Mosca, ha sottolineato in una intervista all’agenzia russa TASS che il Patriarcato e il Vaticano lavoreranno insieme per ricostruire siti cristiani in Siria.
La notizia dimostra ancora una volta la volontà del Patriarcato di Mosca non solo di individuare un partner nella Chiesa cattolica, ma anche di mostrare sollecitudine per i cristiani in Medio Oriente. Se Papa Francesco ha convocato l’incontro di preghiera di Bari, è anche vero che, sin da quando è scoppiata la crisi, il Medio Oriente è considerato dal Patriarcato di Mosca un “luogo di pratica ecumenica”, tanto da essere menzionato nella dichiarazione congiunta dell’Avana del 12 febbraio 2016. E il primo germe dell’incontro di Bari nacque probabilmente da una telefonata dal Patriarca Kirill a Papa Francesco, lo scorso 14 aprile, a seguito degli ennesimi scontri in Siria.
Questo il quadro in cui si inserisce l’annuncio del metropolita Hilarion, che a Bari non ha pronunciato in pubblico la preghiera, come previsto, e che durante l’incontro si è tenuto un po’ in disparte.
Il metropolita ha sottolineato che Vaticano e Patriarcato hanno cominciato a lavorare sulla ricostruzione, e “alcune chiese monasteri sono in ricostruzione adesso, mentre il lavoro di restauro sta per terminare in Maaloula, che è uno de più grandi siti santi della Chiesa Ortodossa di Antiochia”. Il Metropolita ha anche affermato che le condizioni restano tese in Siria.
Il Patriarcato Maronita media tra i maggiori partiti cristiani del Libano
La Chiesa Maronita opererà una mediazione in una disputa tra i principali partiti cristiani del Libano, le Forze Libanesi e il Libero Movimento Patriottico. La disputa ha causato un ritardo nella formazione del gabinetto di governo.
La notizia viene dal portale Ashar al Awsat. Secondo l’organo di stampa libanese, il Cardinale Bechara Boutros Rai ha convocato il 12 luglio il ministro dell’Informazione Melhem Riachi e il giuristia Ibrahim Kanaan, rispettivamente delle Forze Libanesi e del Libero Movimento Patriottico. I loro sforzi erano culminati nel 2016 nel cosiddetto “accordo di Maarab” che portò all’elezione di Michel Aoun come presidente nell’ottobre di quell’anno.
Il Patriarca intende sciogliere la tensione tra i partiti cristiani e preparare un documento politico per una mediazione tra i due partiti.
Di recente, il Libano ha nominato un nuovo ambasciatore presso la Santa Sede, dopo alcune incomprensioni. Il nuovo nunzio, l’arcivescovo Joseph Spiteri, è arrivato in Libano a fine giugno, dopo essere stato eletto lo scorso 7 marzo.
Papa Francesco incontra la leader ecologista del Cile
Lo scorso 9 luglio, Papa Francesco ha incontrato Kristine McDivit Tompkins, leader ecologista che è a capo del programma di conservazione delle aree terrestre e marine del Cile e dell’Argentina.
La donna, vedova del filantropo Douglas Tompkins, ha parlato con il Papa dell’importanza di promuovere la pace non solo tra gruppi umani, ma anche con la natura. Durante l’udienza si è discusso anche della creazione di “Parchi della pace”, d’accordo con i valori espressi nell’enciclica Laudato Si.