Roma , martedì, 31. luglio, 2018 12:00 (ACI Stampa).
Raccontare la vita di Ignazio di Loyola(1491-1556) è un'impresa ardua: questo speciale compagno di Gesù ha affrontato differenti prove, che lo hanno portato alla piena maturità del suo incontro con il Cristo.
Il santo, a seguito dell'assedio di Pamplona, nel quale rimase per molto tempo malato e ferito ad una gamba, considerò in tale periodo di riposo forzato i pensieri su Dio e sul mondo. In queste attente considerazioni, osservò che quelli che lo tenevano per maggior tempo in consolazione e gioia erano quelli che richiamavano la sua attenzione sul servizio al Regno dei cieli. Quindi preghiera ed un bilanciamento fra pensieri, portò il grande basco a scegliere di darsi a Dio.
Qui non c'è teoria ma solo pratica. Il santo che poi insegnerà tale metodo nei suoi Esercizi Spirituali considererà sempre le componenti psicologiche ed affettive essenziali per poter arrivare ad una piena relazione con Dio.
E su tali presupposti la sua attività prenderà il largo e dopo un pellegrinaggio al Santuario di Monserrat, diversi altri in Spagna e gli studi a Parigi approderà a Roma, dove presenterà al Pontefice Paolo III, la Compagnia di Gesù che vedrà l'approvazione il 27 settembre 1540, con la bolla Regimini militantis ecclesiae.
Questo sarà il frutto più maturo dell'attività di Ignazio: creare un gruppo di uomini pronti a tutto, pur di diffondere il Vangelo nel mondo. Il 15 agosto 1534 nella cappellina di Montmartre Ignazio e gli altri sei compagni fonderanno il primo nucleo del nascente istituto. Fra questi si ricordano: San Francesco Saverio, San Pietro Favre, Diego Lainez, Simone Rodriguez, Nicolas Bobadilla,Alfonso Salmeron, Inizialmente uniti dal proposito di raggiungere la Terra Santa.