Città del Vaticano , martedì, 10. luglio, 2018 10:00 (ACI Stampa).
“A Roma ho sempre abitato in via della Scrofa. Da lì visitavo spesso la chiesa di San Luigi dei Francesi, e lì andavo a contemplare il quadro della vocazione di san Matteo di Caravaggio...Quel dito di Gesù così… verso Matteo. Così sono io. Così mi sento. Come Matteo...È il gesto di Matteo che mi colpisce: afferra i suoi soldi, come a dire: “no, non me! No, questi soldi sono miei!”. Ecco, questo sono io: “un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi”. E questo è quel che ho detto quando mi hanno chiesto se accettavo la mia elezione a Pontefice!”
Per Papa Francesco la chiesa di San Luigi dei Francesi è stata un luogo di ispirazione grazie al pennello di Caravaggio. Lo ha raccontato nel suo colloquio con il confratello Padre Spadaro all’ inizio del pontificato.
E come lui milioni di fedeli e pellegrini in cinquecento anni hanno ritrovato in quella chiesa del barocco romano fede speranza e ispirazione.
Maggio è stato il mese delle celebrazioni dei cinquecento anni di vita della “ Chiesa dei francesi”. Una mostra allestita nel chiostro della chiesa, attraverso documenti, libri e oggetti liturgici, la mostra ha ricostruito i grandi avvenimenti della storia di Francia dell’ultimo mezzo millennnio. La chiesa sia stata un vero e proprio crocevia della vita intellettuale cattolica e San Luigi è stato centro di preghiera, diplomazia, accoglienza e studio anche grazia alla famosa biblioteca dei monaci. Il barocco di Domenico Fontana e il quadro della Vocazione di san Matteo di Caravaggio rendono la chiesa meta turistica a due passi da Piazza Navona.
Al Centro San Luigi dei Francesi, vero polo culturale francese a Roma, la sfida è quella dell’accoglienza.