Bari , sabato, 7. luglio, 2018 13:17 (ACI Stampa).
Questo incontro ci ha aiutati “a riscoprire la nostra presenza di cristiani in Medio Oriente. Essa sarà tanto più profetica quanto più testimonierà Gesù Principe della pace”. Lo ha detto il Papa al termine del dialogo a porte chiuse con i Patriarchi e i Capi delle Chiese e delle Comunità cristiane del Medio Oriente.
Il nostro compito è quello di “doverci convertire ancora una volta al Vangelo, garanzia di autentica libertà, e di farlo con urgenza ora, nella notte del Medio Oriente in agonia. Il Vangelo ci impegna a una quotidiana conversione ai piani di Dio, a trovare in Lui solo sicurezza e conforto, ad annunciarlo a tutti e nonostante tutto”.
Qui oggi - ha aggiunto Francesco - abbiamo dialogato fraternamente. “L’incontro e l’unità vanno cercati sempre, senza paura delle diversità. Così pure la pace: va coltivata anche nei terreni aridi delle contrapposizioni, perché oggi, malgrado tutto, non c’è alternativa possibile alla pace. Non le tregue garantite da muri e prove di forza porteranno la pace, ma la volontà reale di ascolto e dialogo”.
Come cristiani - ha garantito il Papa - “ ci impegniamo a camminare, pregare e lavorare, e imploriamo che l’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro, che all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi: solo così, avendo cura che a nessuno manchino il pane e il lavoro, la dignità e la speranza, le urla di guerra si muteranno in canti di pace”.
Il Papa si rivolge ai governanti affinché si pongano “finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!”.