Città del Vaticano , venerdì, 6. luglio, 2018 10:00 (ACI Stampa).
La storia dell’arte cattolica d’ Oriente a Roma passa inevitabilmente per la Congregazione delle Chiese Orientali. E non solo come ovvio per la “gestione” della vita delle Chiese, ma anche per la raccolta di arte contemporanea che il Palazzo dei Convertendi sede della Congregazione custodisce.
E con l’arte la storia di vita e la testimonianza di una coppia di pittori russi fuggiti alla rivoluzione, Leonida e Rimma Brailovsky, di un iconografo “vecchio credente” come Piene Sofronov, e del monaco benedettino olandese Jérôme Leussink.
Sono loro che con la loro arte e con la loro fede hanno reso il Palazzo un vero tesoro teologico.
I coniugi Brailowsky nella loro lunga permanenza romana raccontarono con i loro pennelli quella bellezza di cattedrali, chiese e monasteri ortodossi in Russia spesso distrutti dalla rivoluzione bolscevica. Le “ Visioni della Vecchia Russia” una settantina di opere, vennero vendute immediatamente nella capitale italiana.
Dopo aver peregrinato tra Costantinopoli e Belgrado i due pittori arrivano a Roma nel 1932 in occasione di una mostra sulla Russia cristiana. Fu Papa Pio XI a commissionare per primo ai coniugi una cinquantina di opere per il Museo Petriano in Vaticano. La collezione che oggi è ai Convertendi da quando l’edificio del Petriano è stato demolito. Oggi la raccolta è di circa 120 opere in parte ospitate anche presso il Russicum.