Da qui, una riunione in Vaticano tra vescovi tedeschi e responsabili della Congregazione della Dottrina della Fede il 3 maggio in cui il Papa chiedeva ai vescovi tedeschi di trovare una soluzione unitaria alla questione.
Il 25 maggio il Cardinale Luis Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, inviava ai vescovi tedeschi una lettera redatta con il consenso del Papa, in cui si sottolineava che il testo del sussidio non era “maturo per essere pubblicato”, perché “la questione dell’ammissione alla comunione di cristiani evangelici in matrimoni interconfessionali è un tema che tocca la fede della Chiesa”, ha degli effetti “sui rapporti ecumenici con altre Chiese e altre comunità ecclesiali che non sono da sottovalutare”.
In conclusione, la lettera del Cardinale Ladaria riteneva “opportuno lasciare al vescovo diocesano il giudizio sull’esistenza di una “grave necessità incombente”.
Tornando da Ginevra il 21 giugno, Papa Francesco aveva sottolineato nella Conferenza Stampa in aereo che il Codice dice che “il vescovo della Chiesa particolare deve gestire la cosa”, ma i vescovi tedeschi “poiché avevano visto che il caso non era chiaro, e anche che alcuni sacerdoti facevano cose non d’accordo con il vescovo, hanno voluto studiare questo tema”. Si trattava – ha aggiunto – di un “documento restrittivo”, ma è stato fatto “per la Chiesa locale: non quella particolare”, cioè per la Conferenza Episcopale tedesca. “E lì – ha detto il Papa - c’è un problema, perché il Codice non prevede questo. Prevede la competenza del vescovo diocesano, ma non della Conferenza episcopale”.
Dopo le conclusioni dell’ultimo Consiglio Permanente della Chiesa Cattolica di Germania, dunque, la notizia della decisione dell’arcivescovo Becker sembra voler enfatizzare la pratica del discernimento a livello particolare.
Secondo Westenfalenblatt, l’arcivescovo ha detto al suo Consiglio presbiteriale lo scorso 27 giugno che il documento conosciuto come un sussidio pastorale è da considerare una “guida pastorale”.
Per questo – ha detto l’arcivescovo al giornale tedesco – “ho affermato che i pastori dell’Arcidiocesi di Paderborn familiarizzeranno intensivamente con le linee guida e agirano in spirito di responsabilità pastorale”.
L’arcivescovo Becker ha anche sottolineato che due cristiani che si trovano in matrimonio interconfessionale sono uniti attraverso il battesimo, la loro fede cristiana e il sacramento del matrimonio, e che per questo lo sposo protestante può avere un forte desiderio di ricevere l’Eucarestia. Si tratta, ha detto l’arcivescovo, di “arrivare ad una responsabile decisione di coscienza”.
Non si tratta, però – ha aggiunto l’arcivescovo di Paderborn – di un “permesso generale” a ricevere la comunione.
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