Città del Vaticano , mercoledì, 27. giugno, 2018 10:20 (ACI Stampa).
E’ l’ultima Udienza Generale di Papa Francesco prima della pausa estiva. In una ventosa e soleggiata Piazza San Pietro, il Papa nella sua catechesi continua a parlare dei comandamenti, “le parole di Dio al suo popolo affinchè cammini bene”.
Anche oggi l’Udienza, come mercoledì scorso, è divisa in due luoghi: i malati in Aula Paolo VI e gli altri invitati in Piazza.
Il Pontefice parte dalla “prima dichiarazione” del Decalogo: “Io sono il Signore, tuo Dio”. “C’è un possessivo, c’è una relazione, ci si appartiene. Dio non è un estraneo – commenta il Papa - è il tuo Dio. Questo illumina tutto il Decalogo e svela anche il segreto dell’agire cristiano, perché è lo stesso atteggiamento di Gesù che dice: Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Spesso le nostre opere falliscono perché partiamo da noi stessi e non dalla gratitudine. E chi parte da sé stesso… arriva a sé stesso!”.
Per Papa Francesco infatti “la vita cristiana è anzitutto la risposta grata a un Padre generoso”. “I cristiani che seguono solo dei doveri – commenta il Pontefice - denunciano di non avere una esperienza personale di quel Dio che è nostro. Porre la legge prima della relazione non aiuta il cammino di fede. Come può un giovane desiderare di essere cristiano, se partiamo da obblighi, impegni, coerenze e non dalla liberazione? I comandamenti liberano dal proprio egoismo. La formazione cristiana non è basata sulla forza di volontà, ma sull’accoglienza della salvezza, sul lasciarsi amare: prima il Mar Rosso, poi il Monte Sinai”.
"Io vorrei proporvi un piccolo esercizio - dice a braccio il Papa - Ognuno risponda nel silenzio del suo cuore: quante cose ha fatto Dio per me ?