Roma , venerdì, 22. giugno, 2018 11:00 (ACI Stampa).
Il Custode di Terra Santa Padre Francesco Patton in questi giorni è a Roma per partecipare ai lavori della ROACO, la Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali, che quest’anno celebra il 50/mo anniversario della sua fondazione. ACI Stampa ha raggiunto il religioso francescano per un colloquio a tutto campo.
La situazione dei cristiani di Terra Santa è complessa ma in realtà la situazione non è mai stata facile. Bisogna anche distinguere da zona a zona, nel senso che ci sono anche delle zone in cui i cristiani vivono una maggiore integrazione, hanno maggiori opportunità ad esempio nella zona di Haifa o in quella di Nazareth. La situazione di Gerusalemme è complessa perché è complessa Gerusalemme, anche per tutte le vicende politiche che conosciamo. In Palestina il problema è spesso la carenza anche di opportunità di lavoro che naturalmente condiziona fortemente la possibilità di fare una famiglia e spingono i cristiani a cercare delle soluzioni alternative.
Nei giorni scorsi insieme agli altri leader delle Chiese cristiane Lei ha inviato una lettera personale al Primo Ministro di Israele. Come mai?
Semplicemente perché si era rimessa in movimento quella proposta di legge relativa ai terreni delle chiese, che era una proposta di legge di tipo discriminatorio e quindi noi abbiamo mandato questa lettera al Primo Ministro per ricordare gli impegni che lui aveva preso pubblicamente di bloccare questa iniziativa di legge e di istituire una commissione presieduta da un ministro del governo che si occupasse di tutta la questione che stavamo dibattendo e che aveva portato a febbraio alla chiusura per tre giorni del Santo Sepolcro.
Se la risposta del governo israeliano fosse negativa?