Città del Vaticano , martedì, 19. giugno, 2018 11:23 (ACI Stampa).
"Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori". Papa Francesco, durante l’omelia odierna della Messa presso Casa Santa Marta, rileggendo il capitolo quinto, versetto 43, del Vangelo di Matteo di oggi, ammette la difficoltà umana di seguire il modello del nostro Padre celeste che ha un amore "universale" verso tutti.
“Ma pregare per quelli che vogliono distruggermi, i nemici, perché Dio li benedica – commenta Francesco secondo quanto diffuso dal portale Vatican News - questo è veramente difficile da capire. Pensiamo al secolo scorso, i poveri cristiani russi che per il solo fatto di essere cristiani erano mandati in Siberia a morire di freddo: e loro dovevano pregare per il governante boia che li mandava lì? Ma come mai? E tanti lo hanno fatto: hanno pregato. Pensiamo a Auschwitz e ad altri campi di concentramento: loro dovevano pregare per questo dittatore che voleva la razza pura e ammazzava senza scrupolo, e pregare perché Dio li benedicesse! E tanti lo hanno fatto”.
Francesco riporta la difficoltà di perdonare nella vita quotidiana di tutti i giorni: “Nelle famiglie è tanto difficile, a volte, perdonarsi i coniugi dopo qualche disputa, o perdonare la suocera, anche: non è facile. Il figlio, chiedere il perdono al papà, è difficile. Ma perdonare coloro che ti stanno ammazzando, che vogliono farti fuori … Non solo perdonare: pregare per loro, perché Dio li custodisca! Di più: amarli. Soltanto la parola di Gesù può spiegare questo. Io non riesco ad andare oltre”.
Conclude il Papa la sua omelia: “Ci farà bene, oggi, pensare a un nemico – credo che tutti noi ne abbiamo qualcuno – uno che ci ha fatto del male o che ci vuole fare del male o che cerca di fare del male: a questo. La preghiera mafiosa è: “Me la pagherai”. La preghiera cristiana è: “Signore, dagli la tua benedizione e insegnami ad amarlo”. Pensiamo ad uno: tutti noi ne abbiamo. Pensiamo a lui. Preghiamo per lui. Chiediamo al Signore di darci la grazia di amarlo”.