Città del Vaticano , domenica, 17. giugno, 2018 12:15 (ACI Stampa).
Durante l’Angelus di oggi in Piazza San Pietro, Papa Francesco ripercorre la pagina evangelica odierna commentando le due parabole di Gesù che svela alle folle il Regno di Dio. E infine lancia due appelli: uno per la pace nello Yemen e uno per la Giornata Mondiale del Rifugiato.
Nella prima, il Regno di Dio è paragonato alla crescita misteriosa del seme, che viene gettato sul terreno e poi germoglia, cresce e produce la spiga, “indipendentemente dalla cura del contadino, che al termine della maturazione provvede al raccolto”.
“Il messaggio che questa parabola ci consegna è questo – mette in chiaro il Papa - mediante la predicazione e l’azione di Gesù, il Regno di Dio è annunciato, ha fatto irruzione nel campo del mondo e, come il seme, cresce e si sviluppa da sé stesso, per forza propria e secondo criteri umanamente non decifrabili. Esso, nel suo crescere e germogliare dentro la storia, non dipende tanto dall’opera dell’uomo, ma è soprattutto espressione della potenza e della bontà di Dio”.
Francesco rassicura che “a volte la storia, con le sue vicende e i suoi protagonisti, sembra andare in senso contrario al disegno del Padre celeste, che vuole per tutti i suoi figli la giustizia, la fraternità, la pace. Ma noi siamo chiamati a vivere questi periodi come stagioni di prova, di speranza e di attesa vigile del raccolto. Infatti, ieri come oggi, il Regno di Dio cresce nel mondo in modo misterioso e sorprendente, svelando la potenza nascosta del piccolo seme, la sua vitalità vittoriosa. Dentro le pieghe di vicende personali e sociali che a volte sembrano segnare il naufragio della speranza, occorre rimanere fiduciosi nell’agire sommesso ma potente di Dio”.
Nella seconda parabola Gesù paragona il Regno di Dio a un granellino di senape. “È un seme piccolissimo – commenta Papa Francesco - eppure si sviluppa così tanto da diventare la più grande di tutte le piante dell’orto: una crescita imprevedibile, sorprendente”.