In tanti paesi vediamo questo movimento con i pentecostali e ne abbiamo parlato con il Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani”.
Quali sono le sfide per il dialogo ecumenico?
“Ci sono nuove sfide nel dialogo sui temi etici e morali, sono una nuova difficoltà. Certo a livello umano e personale i rapporti sono molto buoni e si lavora insieme nel campo sociale e nella spiritualità. L’ecumenismo funziona bene per i temi sociali e spirituali. Ovviamente ci sono le questioni dogmatiche. Sull’etica c’è la questione del matrimonio omosessuale e l’aborto soprattutto.
La questione dell’intercomunione da noi è poco sentita, c’è ovviamente qualche protestante che vuole la comunione, ma ovviamente questo è proprio parte del “dramma” del non essere uniti”.
Con quali compiti tornate a casa?
“Sentiamo tutti il bisogno di una nuova evangelizzazione e nei nostri paesi che sono stati secolarizzati per tanto tempo c’è ora un nuovo interesse per la religiosità, questo significa che è un tempo molto adatto per evangelizzare con più impegno. E cerchiamo di essere sempre più presenti nei media”.
Lei come cardinale ha avuto più spazio nel dibattito pubblico...
“Si all’inizio ero un po’ spaventato di tutto questo interesse, ma è certo un fatto positivo, la Chiesa ha una voce anche nel mondo laico e c’è un nuovo interesse, ma anche coloro che erano contrari alla religione in assoluto, ci sono partiti che vogliono abolire le scuole confessionali, comunque ne parlano. La religione è diventata un tema di cui si parla, è uscita dall’indifferenza”.
Svezia, Finlandia, Danimarca, ma anche Norvegia e Islanda.
Nel paese dei ghiacci è vescovo un cappuccino David Tencer.
“ I cattolici sono il 4 per cento della popolazione, 13.500 persone su circa 350 mila abitanti, e di circa 100 nazioni- spiega- Ci sono sempre più islandesi, i bambini che sono nati in Islanda anche se da genitori immigrati, da matrimoni misti, crescono in Islanda e così la loro cultura, e il loro paese, la loro lingua sono islandesi.
Il Papa voleva conoscere la vita della Chiesa e mi ha colpito che ha chiesto di pregare per lui, e lo ha detto con tanta naturalezza”.
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Quali sono le sfide ?
“La nostra sfida è quella di rendere sempre più strutturata e stabile le vita della Chiesa locale. Era una Chiesa molto piccola che è cresciuta, ma con tante culture diverse e allora si deve stabilire uno stile di vita che sia “cattolico” un modo per le diverse culture di vivere insieme.
Per l’ecumenismo soprattutto sono buoni i rapporti personali e del resto è un bene iniziare con questi rapporti prima di arrivare a delle iniziative comuni formali. Se mancassero i rapporti personali non si arriverebbe mai a nulla.
Stiamo lavorando per le vocazioni per avere una Chiesa locale. Anche da noi arrivano i migranti ma in numero molto ridotto. Noi ammiriamo voi italiani che siete bravi ad accogliere tante persone, avete fatto tutto il possibile. non non abbiamo tante richieste e quindi è più facile”.
In Norvegia c’è anche la diocesi più a nord del mondo, sopra il Circolo Polare Artico, Tromsø , il vescovo è il croato Berislav Grgić.
“Anche in Norvegia il numero dei cattolici cresce, negli ultimi 10 anni il numero è raddoppiato soprattutto da quando Polonia e stati Baltici sono entrati in Europa e molti polacchi sono arrivati per lavorare. Norvegia e Islanda hanno un accordo con la Germania per cui tutti quelli che possono essere accolti in Germania possono anche arrivare in Norvegia con le stesse norme dell’ UE.