Curiosamente, tutti questi interventi sono parte dei discorsi che Papa Francesco rivolge alla Curia romana in occasione dei messaggi natalizi, situazione che è forse per il Papa la più congeniale per rivolgere messaggi generali.
Ma il Papa ha sottolineato anche che l’armonia è il fine della riforma nel saluto ai Cardinali per il Concistoro del 22 febbraio 2015, e sottolineato il principio della sinodalità ne discorso per il 50esimo anniversario del Sinodo dei vescovi.
Il principio ispiratore della riforma – si legge nel documento del C9 – è quello della Chiesa missionaria, contenuto nell’Evangelii Gaudium, e i criteri sono quelli di tradizione, aggiornamento e coordinamento. In pratica, vanno conservati, per esempio, gli uffici della Curia romana che “riguardano le persone e gli Stati di vita della Chiesa”, ma anche “le persone e gli Stati di vita della Chiesa”. A guardare la lista degli organismi curiali, qui rientrano, ad esempio, Congregazioni come la Congregazione per la Dottrina della Fede, o la Congregazione per le Chiese Orientali.
L’aggiornamento è dato invece dalla nascita di Segreteria per l’Economia e Consiglio per l’Economia, ma anche del “Dicastero per la Comunicazione”, che per la prima volta con la sua nuova denominazione in un documento ufficiale, mentre prima si chiamava “Segreteria per la Comunicazione”.
Il coordinamento, infine, riguarda un criterio di semplificazione dei dicasteri, che è dato anche dagli accorpamenti. Il rapporto sui progressi segnala poi 25 motu propri e chirografi che hanno in qualche modo istituzionalizzato le riforme, e che includono anche le riforme già messe in cantiere nel pontificato precedente, come il consolidamento dell’Autorità di Informazione Finanziaria o la nuova giurisdizione degli organi giudiziari dello Stato di Città del Vaticano in materia penale, ma anche le nuove riforme, come la grande riforma dell’economia iniziata con il Fidelis Dispensator et Prudens e la Costituzione dei Dicasteri per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e Laici, Famiglia e Vita, fino alla “promozione” dell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia in “Pontificio Istituto Teologico”, e la promulgazione dello Statuto del dicastero di Laici Famiglia e Vita, ma anche l’istituzione, ad inizio pontificato, delle Pontificie Commissioni Referenti su IOR ed economia, che hanno poi terminato il lavoro.
Al di là di questo rapporto, la tre giorni del 25esimo Consiglio dei Cardinali è stato dedicato in gran parte a rivedere il testo della nuova costituzione apostolica della Curia, che si intitola “Praedicate Evangelium”. Si tratta di una bozza provvisoria, un testo da consegnare al Papa che farà poi tutti i cambiamenti utili, opportuni e che ritiene necessari.
Assente il Cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, in Australia per difendersi da infamanti accuse, è stato monsignor Brian Ferme, Segretario del Consiglio per l’Economia, a presentare la riforma della struttura finanziaria-organizzativa della Santa Sede e del Governatorato.
Monsignor Ferme ha evidenziato gli obiettivi fondamentali della riforma economica, ovvero: evitare gli sprechi, il favorire la trasparenza, l’assicurare la corretta applicazione dei principi contabili, il seguire il principio di doppio controllo e gli standard internazionali.
Il segretario del Consiglio per l’Economia ha poi sottolineato i risultati positivi, consistiti in una procedura uniforme per la preparazione dei bilanci preventivi e consuntivi; una maggiore attenzione alle spese; una maggiore cooperazione e comprensione della riforma finanziaria; un graduale cambiamento di mentalità circa la trasparenza e l’accountability.
Il Cardinale Sean Patrick O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, ha invece aggiornato sul lavoro della commissione da lui presieduta.
La prossima riunione del Consiglio di Cardinali avrà luogo nei giorni 10, 11 e 12 settembre 2018. La riunione marcherà il quinto anno dall’istituzione del Consiglio e della nomina dei membri. Contrariamente al normale mandato degli altri organismi di Curia romana, i membri del Consiglio non dovrebbero scadere, ed estenderanno il loro mandato al di là di questi cinque anni.
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