Ginevra , venerdì, 15. giugno, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Giovedì 21 giugno il Papa visiterà il Centro ecumenico di Ginevra in occasione del 70° anniversario della sua fondazione. Fanno parte di questo Centro circa 350 Chiese protestanti, anglicane, ortodosse e veterocattoliche e comunità ecclesiali presenti in 110 paesi del mondo. Il Centro fu fondato il 23 agosto 1948 ad Amsterdam e ha sede a Ginevra. La Chiesa cattolica non è membro di questo Centro, ma teologi cattolici lavorano in importanti commissioni come membri a pieno titolo.
Inoltre, ogni anno si riunisce un gruppo di lavoro della Chiesa cattolica e del Centro ecumenico. Il motto della visita ‘Camminare – Pregare – Lavorare insieme’ rispecchia il tema del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace, adottato dall’ultima assemblea del CEC come un leitmotiv di tutte le sue attuali attività. Riflette anche ciò che è stato definito da papa Francesco un ‘ecumenismo del camminare insieme’. Infatti in molte occasioni il papa ha incoraggiato le Chiese a camminare insieme nel testimoniare la loro fede e nell’affrontare le nostre sfide contemporanee.
Ed il significato di questa visita di papa Francesco è stato descritto dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani: “La visita costituirà un’occasione per rendere grazie a Dio per una lunga e ricca collaborazione che la Chiesa cattolica mantiene con il CEC da oltre mezzo secolo. In effetti, i nostri rapporti sono iniziati durante la preparazione del concilio Vaticano II. Il Vaticano II impegnò la Chiesa cattolica nell’attuale movimento ecumenico e aprì una nuova pagina nella storia delle nostre relazioni con il Consiglio ecumenico mondiale delle Chiese, dando origine a uno spirito di riavvicinamento e di reciproca comprensione.
Sebbene la Chiesa cattolica non sia membro del CEC, vari dicasteri della curia romana e diverse organizzazioni cattoliche o comunità religiose collaborano strettamente con le sue diverse aree programmatiche. Esiste una buona collaborazione nel campo della giustizia e della pace, dei diritti umani, delle opere di carità e degli aiuti umanitari, in particolare per quanto riguarda i migranti e i rifugiati, la custodia del creato, i giovani, il dialogo interreligioso, la missione e l’evangelizzazione. La più sviluppata è la collaborazione tra il CEC e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che si svolge anche attraverso vari canali”.
Per comprendere l’attesa per questo pellegrinaggio ecumenico abbiamo contattato padre Antonio Grasso, direttore della missione scalabriniana di lingua italiana a Berna: “Nella Svizzera tedesca non se ne parla. Credo che la visita del Papa sia stata mantenuta a livello diocesano e non confederale”.