Roma , mercoledì, 13. giugno, 2018 18:00 (ACI Stampa).
Mercoledì 13 giugno ricorre il sesto anniversario della nascita al cielo di Chiara Corbella Petrillo, una giovane ragazza romana che, per proteggere il figlio di cui è incinta, rimanda le terapie per curare un carcinoma alla lingua: “Ancora un giorno, ancora 38 grammi in più, prima del parto”, ripeteva ai medici, per assicurare la completa formazione del feto. La scelta preserva il bambino, ma si rivela fatale per la madre, dato che il tumore si propaga velocemente in tutto il corpo.
Il direttore spirituale di Chiara, padre Vito D’Amato, ha raccontato la storia di questa giovane sposa e madre a Macerata, definendola un po’ ‘capocciona’. Chiara si sposa con Enrico Petrillo il 21 settembre 2008. Subito Chiara resta incinta di una bimba, Maria Grazia Letizia, a cui viene diagnosticata una di quelle malformazioni congenite che non lasciano scampo: anencefalia.
I suoi genitori scelgono di accompagnarla nel suo brevissimo viaggio terreno: appena mezz’ora, il tempo per stringerla e farla battezzare a don Vito. La scena purtroppo si ripeterà, anche se nulla può essere uguale in questo genere specialissimo di avvenimenti, alla fine della gravidanza di Davide Giovanni: il bambino, di cui verso il settimo mese l’ecografia aveva evidenziato malformazioni viscerali con assenza degli arti inferiori e ‘incompatibilità con la vita’, respirerà per 38 minuti, sarà battezzato e restituito a Dio.
Nell’incontro padre Vito ha affermato che la tentazione più pesante di Chiara era quella della ‘normalità’, intendendo per normalità la pretesa che Dio esaudisse i suoi desideri. La storia prosegue con una terza gravidanza: Francesco. Stavolta il figlio è sano, ma è la madre a sentirsi diagnosticare, a metà gestazione, un carcinoma alla lingua.
La coppia non nutre dubbi e vuole portare più avanti possibile la gravidanza, anche a rischio della vita della mamma. Francesco viene alla luce il 30 maggio 2011. Solo dopo il parto Chiara si sottopone a un intervento radicale e ai cicli di chemio e radioterapia. Si godrà la sua creatura per un anno, nel quale non smetterà di rendere testimonianze di lode a Dio, insieme ad Enrico.