Macerata , lunedì, 11. giugno, 2018 17:00 (ACI Stampa).
Ed alle ore 20.30 di sabato 9 giugno nello stadio Helvia Recina di Macerata, in occasione del 40^ pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, è squillato per il sesto anno il telefono di mons. Giancarlo Vecerrica da parte di Papa Francesco, che ha salutato i fedeli, spiegando questo suo gesto: “A me piace quando vedo giovani coraggiosi che si mettono in cammino lungo tutta una notte. Questo è bello. E’ un buon segnale. E’ un buon segnale di coraggio, e questo a me piace”.
Eppoi, chiedendo la preghiera per lui, ha esortato i giovani a non stancarsi nel pellegrinaggio della vita: “E’ un buon segnale, perché la vita è un cammino. Nella vita non si può restare fermi. E un giovane non può essere fermo, perché se un giovane è fermo, va in pensione a 20 anni. E questa è una cosa brutta. La gioventù è per giocarla, per scommettere, per andare avanti e dare dei frutti. Tanti saluti a voi, cari giovani, che incominciate a camminare questa sera. Vi saluto tanto! Pensate che la vita è un cammino. Sempre avanti, cercando la felicità per noi e per gli altri. Ma pensate bene che la felicità non è una cosa che si compra al supermercato. La felicità è soltanto nell’amare e nel lasciarsi amare. Amare gli altri”.
Ed esortandoli ad evitare ‘il chiacchiericcio’ li ha invitati a scrutare l’orizzonte: “Andate avanti, sempre guardando l’orizzonte. Sempre! Lì tu vedrai che è importante camminare, che è importante andare, guardando l’orizzonte. Ogni giorno un passo in più. Questa è vita, questa è la fecondità della vita. Cari giovani, voi che vi mettete in cammino questa notte... Questo cammino è un segnale, è un segno della vita. La vita è un cammino. Andare ogni giorno avanti, ogni giorno verso l’orizzonte, ogni giorno verso la felicità che consiste nell’amare Dio e nell’amare gli altri. Vi auguro un buon cammino, vi auguro una santa notte e domani un incontro con il Signore e con la Madonna”.
I fedeli provenienti da tutto il mondo, accorsi allo stadio, sono stati accolti dalle parole di san Giovanni Paolo II nel 25^ della sua partecipazione alla messa del pellegrinaggio: “Carissimi giovani, quanto attuale è questa esortazione all’inizio del vostro pellegrinaggio! Davanti a voi sono le ore del cammino notturno verso Loreto. La caratteristica di questo vostro camminare è proprio ‘il sacrificio vivente, santo e gradito a Dio’; è questo ‘il vostro culto spirituale’. E per questo il pellegrinaggio ha un senso profetico. Esso vi conduce per le strade del mondo, in mezzo a una geografia a voi ben nota, ma comporta anche un ‘uscire’ dalla geografia nativa… Il pellegrinaggio è stato sempre un’espressione dell’ascesa: salire con la mente e con il cuore a Dio… E’ la Chiesa stessa, infatti, che nella fede si fa pellegrina, così come pellegrino si fa ciascuno di noi nella comune fede della Chiesa. Per questo siamo insieme”.
E prima della celebrazione eucaristica anche il vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, ha ricordato il significato del pellegrinaggio: “Sant’Ignazio insegna negli Esercizi Spirituali che la preghiera inizia ‘contemplando Cristo nostro Signore’ e poi ‘domandando a Dio nostro Signore ciò che voglio e desidero’. Lungo questa notte apriamo il cuore a Dio, lasciamoci guidare dallo sguardo di Gesù a trovare i nostri desideri più profondi e più veri, e se necessario a indirizzarli al vero bene”. Infine ha ricordato che Macerata è ‘Civitas Mariae: “25 anni fa San Giovanni Paolo II, in piazza della Libertà, ricordando questo titolo, deciso con unanime consenso degli Amministratori cittadini nel 1952, dopo una petizione popolare sostenuta dalle firme di oltre 20.000 maceratesi, ci disse: ‘Civitas Mariae è un titolo impegnativo, un titolo che una Comunità civile deve, in un certo senso, meritarsi e ogni giorno confermare col suo concreto stile di vita. Uno stile che rifletta in qualche modo quello di Maria.